Papa Francesco: "Lecito sospendere le cure se non proporzionali"

Il Papa: "È moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure"

Papa Francesco: "Lecito sospendere le cure se non proporzionali"

In un messaggio inviato ad un convegno sul "fine vita" promosso dalla Pontificia Accademia Papa Francesco tocca un tema che di sicuro farà discutere. Per il pontefice è "moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito 'proporzionalità delle cure'". Su un tema così delicato, che tocca la vita di ciascuno di noi, il Papa invoca "un supplemento di saggezza", e spiega che "oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona".

Negli anni passati si è acceso un vero e proprio scontro su alcuni casi che hanno scosso la coscienza del Paese. Pensiamo ad esempio a Piergiorgio Welby (2006) o a Eluana Englaro (2009). Nei loro confronti si è trattato di porre fine all'accanimento terapeutico o si è preticata, invece, una forma mascherata di eutanasia? La Chiesa ha sempre condannato chi pone fine volontariamente alla vita dell'uomo. Anche se sul tema dell'accanimento terapeutico la Chiesa è fermamente contraria. L'articolo 2278 del Catechismo recita: "L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente se ne ha competenza e capacità".

E lo stesso dicasi per l'uso degli antidolorifici, per alleviare le profonde sofferenze in caso di gravi malattie.

"L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, - si legge nell'articolo 2279 - anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile". A ben vedere, quindi, papa Francesco non ha detto nulla di nuovo rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa.

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