Martin Duram, un uomo di 45 anni, proprietario di un pappagallo, è stato ucciso in casa a maggio 2015. Il corpo è stato ritrovato accanto a quello della moglie, Glenna che, nonostante il colpo alla testa, era ancora viva.
Nel referto della polizia ai tempi del delitto, la moglie risultava un'altra vittima della sparatoria, ma ora la cose stanno cambiando e la donna è stata inserita nella lista dei sospettati.
I familiari della vittima, infatti, pensano che gli ultimi momenti della vita del loro caro ucciso siano impressi nella memoria del pappagallo che continua a rivivere nella sua testa la sparatoria. L'uccello - hanno riferito - avrebbe imitato sia la parte di Glenna che quella di Martin.
La nuova proprietaria del pappagallo ha aggiunto: "Ho sentito Bud riprodurre due voci a me familiari, due voci che riconosco. Una di un uomo e una di una donna che litigavano. Penso che "Non sparare" siano state le ultime parole di Martin. Quando Bud si mette a ripetere questa scena scende il gelo in casa, sono momenti davvero molto pesanti".
Glenna ha detto alla polizia che lei non ricorda nulla della sparatoria e che non ricorda nulla di quello che è successo prima del ricovero in ospedale. Nei referti della polizia si leggerebbe che prima della sparatoria la donna avrebbe lasciato 3 biglietti di addio, ma lei dice di non ricordarsi di averli scritti.
Michael Walsh, avvocato del Michigan, ha spiegato alla stampa statunitense che quello che dice il pappagallo non è sufficiente come prova perché non c'è
modo di accertare che quello che ripete sia effettivamente quello che è successo.Potrebbe, infatti, ripetere la scena che ha visto, ma nello stesso tempo quello che "racconta" potrebbe essere qualcosa che ha sentito in tv.
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