"La vita umana non ha prezzo. Io sono a favore della pena di morte, non è cattiveria ma ci vuole. Lo direi anche se non fosse capitato a mia figlia". Così Giuseppe Russo, il padre di Vanessa, la ragazza uccisa nel 2007 da Doina Matei con la punta di un ombrello, parla ai microfoni di La Zanzara.
Condannata a scontare 16 anni di carcere, Matei era in regime di semilibertà e si era rifatta una vita, documentata sul social network con diverse fotografie che la ritraevano sorridente e in costume da bagno. Un gesto che le è valso la "provvisoria sospensione della semilibertà", come ha deciso ieri il magistrato di sorveglianza di Venezia dopo le polemiche divampate nei giorni scorsi.
"Quando ho visto quelle foto è stata una pugnalata - racconta l'uomo - Una brutta impressione, ma non solo per me e mia moglie, per tutta Italia. Ci ha fatto male quando l'abbiamo vista con il dito in segno di vittoria, come a dire lo vedi? Sto fuori, ce l'ho fatta".
"Se Doina non voleva uccidere - conclude - l'avrebbe colpita con il manico e non con la punta dell'ombrello, e non con violenza, come una pugnalata. Al massimo Vanessa poteva perdere un occhio, ma per farci entrare tutta la punta dell'ombrello significa che l'ha data con forza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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