"Finalmente i nostri figli possono essere riconosciuti come tali anche in Italia. Entrano a pieno titolo nel nostro asse ereditario e non dovremo più viaggiare in Italia con il magone, nella speranza che non succeda nulla. I nostri figli diventano a pieno titolo cittadini italiani, come è giusto che sia in caso di adozione".
Così in una intervista a La Repubblica parlano i due genitori italiani che da anni si sono trasferiti a Londra. Lì hanno prima potuto unirsi civilmente, poi sposarsi e successivamente adottare due bambini. La coppia ha infatti adottato nel 2014 due fratellini inglesi di 4 e 6 anni per poi rivolgersi alla Rete Lenford affinché quell'adozione fosse riconosciuta in Italia.
"Siamo stati aiutati molto dall'avvocata Susanna Lollini, che ci ha accompagnato nel percorso e spiegato procedure, tempi, ruoli e rischi. Noi non siamo esperti legali e la procedura sarebbe stata impossibile per chi, come noi, è lontano dall'Italia...", hanno dichiarato.
Quanto alla recente decisione avvenuta a Trento dove la Corte d'Appello ha riconosciuto a una coppia gay la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati all'estero grazie alla maternità surrogata dicono: "E' un altro tipo di genitorialità, ma non la nostra prima scelta. Come ogni tema sensibile, è una materia delicata che deve essere regolata e non proibita. Bisogna permettere l'uso corretto che ne viene fatto in Paesi con un sistema legale adeguato e su base volontaria, non deve essere basata su interessi di carattere economico".
"Intanto possiamo dire che siamo felici per noi e per i nostri bambini. Ma quello che ci auguriamo adesso è che questa sentenza possa aprire un dibattito in Italia sulla questione delle adozioni", concludono.
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