Le parole prese prigioniere

Ci sono parole, "antifascismo" è una di queste, che la sinistra ha preso prigioniere, rendendole inaccessibili alla gente appena normale

Le parole prese prigioniere
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Chissà se la frase pronunciata ieri da Giorgia Meloni - «onore ai valori negati dal fascismo» - basterà a placare l'ansia della sinistra di avere a che fare con un governo filofascista. Spero di sì, ma temo di no, il copione non prevede varianti in corso d'opera, per cui a ogni occasione solenne chi non ha la tessera del Pd dovrà fare atto di sottomissione giurando di essere «antifascista». A me l'altra sera Lilli Gruber l'ha chiesto in diretta tv, non credo di aver superato l'esame. Non perché sia fascista, è che penso sia una domanda un po' fascistella. Ma soprattutto credo che sia difficile essere contro qualche cosa che non c'è più da ottant'anni. Ci sono parole, «antifascismo» è una di queste, che la sinistra ha preso prigioniere, rendendole inaccessibili alla gente appena normale. Tra le più gettonate ci sono «ambientalista», «femminista» e «pacifista», che hanno perso il loro significato originale descritto sui vocabolari per diventare sinonimo di «io sono un progressista di sinistra».

Vere e proprie parole d'ordine che le ronde democratiche chiedono tipo «altolà, parola d'ordine!» per poter essere ammesso nel consesso civile. Che poi uno va a vedere e scopre che a negare i diritti alle donne, a infischiarsene dell'ambiente e a usare la violenza sono soprattutto regimi che hanno radici nel comunismo e nell'islamismo, non certo le democrazie liberali e conservatrici. Nel suo libro di memorie Libertà, l'ex cancelliera Angela Merkel racconta che a una conferenza stampa durante uno dei tanti vertici internazionali cui ha partecipato, una giornalista di sinistra le pose, sapendo di metterla in difficoltà, la domanda: «Scusi Cancelliera, lei si può dire una femminista?».

La risposta fu esemplare: «Sì, ma a modo mio», intendendo che si può stare dalla parte delle donne anche in modo diverso da colei che le aveva posto la domanda. Ecco, siamo tutti antifascisti, e tra i tanti modi di esserlo quello di imporlo con l'arroganza è certamente il più inutile oltre che il più stupido.

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