Parte la raccolta fondi online per la famiglia Bossetti

"Je suis Bossetti". Sulla pagina Facebook "Asta di beneficenza per la famiglia di Massimo Bossetti" è possibile acquistare online tutine per bebè, calendari, cover per cellulari e vari tipi di oggetti per aiutare i Bossetti a pagare le spese legali del processo

Parte la raccolta fondi online per la famiglia Bossetti

“Je suis Bossetti”. Si chiama così l'iniziativa di una certa Agnesina Beatrice Pozzi che sul suo profilo Facebook ha dato vita a una raccolta fondi a favore della famiglia Bossetti, gravata dalle tante spese legali che la famiglia ha dovuto affrontare per permettere al capofamiglia Massimo di difendersi dall'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Famiglia che tira avanti grazie alla solidarietà della propria parrocchia. Al di là del gesto caritatevole resta alquanto discutibile la scelta di vendere online, anche attraverso la pagina Facebook "Asta di beneficenza per la famiglia di Massimo Bossetti", oggetti come tutine bebè a 40 euro, custodie per «iPhone o Samsung Galaxy» a 35 euro, fino ai calendari, i grembiuli da cucina, le tazze o i segnalibri ecc...manco si trattasse di una squadra di calcio.

"Preciso -ha scritto in un post infuocato - per i bigotti e le teste di cxxxo che vengono a spiare: evitate di fare polemiche inutili e strumentalizzare le tutine dei bambini!!! Si possono regalare simbolicamente a qualche bambino (se io avessi un figlio non avrei alcuna difficoltà a mettergliela, !!!); ... soprattutto per ricordarsi che ci sono tre bambini innocenti e senza colpe, che sono i figli di Marita e Massimo. La tutina volendo, si può mettere anche ad un cagnolino!!! E non rompete le palle...ipocritiI! ‪#‎bergamocorriere‬ ma sapete leggere o leggete solo quello che vi fa comodo???". Ieri sera, con un altro post, aveva fatto un'altra precisazione sempre rivolta a "quei giornalisti che ci contattano privatamente perché "vogliono capire" come funziona, oppure mi chiedono se i soldi vanno alla famiglia o alla difesa". In sei punti ha invitato a scrivere di altro, ha diffidato a citarla negli articoli e ha sottolineato che "questa è un'asta privata per cui chi liberamente lo desidera può assumere iniziative varie ed eventuali per raccogliere fondi allo scopo". La Pozzi, ha, poi, spiegato che "i fondi sono destinati alla famiglia Bossetti che deciderà come riterrà opportuno, se tenerli per sé o dividerli con la difesa, o comprarci i botti di Capodanno.

Non sono fatti vostri né nostri", "nessuno ci guadagna nulla perché non è un "business" e che tutte le spese "sono state e saranno sempre documentate nella più totale trasparenza". Lo sfogo si conclude con una domanda provocatoria "vi risulta proprio difficile pensare che c'è gente capace di solidarietà??? Beh! in questo gruppo c'è. C'è!"

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