Partigiani e antifascisti: ecco chi raccoglie i soldi per Sea Watch

Una raccolta fondi sul web per pagare l'eventuale multa su Sea Watch. Associazioni antifasciste si mobilitano per pagare il conto con lo Stato italiano in caso di sanzioni

Partigiani e antifascisti: ecco chi raccoglie i soldi per Sea Watch

Gli antifascisti e i buonisti si danno un gran bel da fare per parare i colpi che potrebbero colpire la Sea Watch. Secondo le nuove norme del dl Sicurezza Bis, la ong potrebbe subire una multa che va dai 10mila ai 50mila euro. E così su Facebook è scattata una raccolta fondi per pagare l'eventuale multa e per dare in questo modo un aiuto alla Sea Watch. In sette ore la Rete nazionale antifascista ha raccolto ben 100mila euro. Ma dietro questa raccolta di fondi c'è una galassia di associazioni antifasciste come ad esempio “Rete Nazionale Antifascista”,“Il Partigiano”, “Padri e Madri della Libertà”. Ovviamente nel messaggio che precede la richiesta di soldi viene esaltata la figura di Carola, la "capitana" di Sea Watch: "Il capitano Carola di Seawatch 3 sta entrando in acque territoriali italiane. Difendiamola. In caso non fosse necessario usare i fondi, questi rimarranno a disposizione di Sea-Watch per la prossima missione".

Insomma i soldi potrebbero anche essere usati per far tornare in mare la nave dopo un eventuale sequestro. E tra i più attivi nella raccolta fondi c'è Fabio Cavallo che a Open afferma: "Non ci aspettavamo questo successo. Abbiamo aperto la raccolta fondi come Rete nazionale antifascista, una rete che raccoglie le più grosse pagine antifasciste di Facebook come Il Partigiano, Padri e Madri della Libertà e Il razzismo non ci piace", spiega. E ancora: "Abbiamo creato un gruppo grossissimo di 8mila persone, c’è dentro l’Anpi, senatori, giornalisti, avvocati. Quando abbiamo visto quello che stava succedendo Franco Matteotti della pagina Il razzismo non ci piace ha proposto di lanciare la raccolta fondi". Poi tra le pagine che raccolgono soldi c'è anche quella di "You Hate We Donate". Anche in questo caso spunta la foto della "capitana": "Carola è il Capitano della nave che ha appena forzato il divieto di attraccare a Lampedusa, dopo che avevano vagato davanti all’isola, con 42 persone ammassate, da 12 gg. Carola sa da che parte stare. Quella degli esseri umani".

Insomma l'obiettivo è quello di saldare i conti con lo Stato italiano dopo aver violato le leggi. Ma probabilmente questa volta Sea Watch non se la caverà solo con una multa. La nave potrebbe essere sequestrata o confiscata come prevede il dl Sicurezza Bis.

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