Il progetto di riforma tributaria presentato al parlamento è un Giano bifronte. A seconda del modo come sarà realizzato, e degli emendamenti che si faranno, può avere effetti economici buoni o cattivi. Inoltre, alcune parti potrebbero essere realizzate subito, perché sono semplici. Molte altre non possono esser attuate in questa legislatura perché richiedono tre passaggi: la legge delega e i decreti delegati, entrambi discussi nelle due Camere, e i decreti ministeriali attuativi. Ma le previsioni possono generare aspettative buone o cattive. Sul lato del Giano buono, vi è la proposta di elevare l'area di esonero dai tributi a 12mila euro annui, che consente di esonerare il lavoro occasionale, il part time di giovani e donne, una parte dei lavori stagionali, gran parte del lavoro in nero di pensionati. Poiché abbiamo capacità produttiva inutilizzata, questo esonero aumenta il Pil. Un recupero di gettito deriva dal fatto che le aliquote moderate tolgono la convenienza ad evadere. Chi fa pagare un affitto in nero ha un rischio, perché non può esigerlo da chi non versa.
Se la tassa si abbassa, ritornano i capitali dall'estero. L' effetto Laffer a ciò connesso si manifesta gradualmente. Nel caso degli immobili, con la cedolare secca nel giro di 3-4 anni (di cui il primo non conta, perché ogni anno si paga sul reddito del precedente) il gettito è stato recuperato. Sul lato del Giano cattivo, c'è il trabocchetto del recupero di gettito con la eliminazione delle spese fiscali, cioè dei crediti di imposta concessi per spese meritorie, come le rate annue di un'assicurazione sulla vita che funge da pensione integrativa; ma anche le rate annuali degli esoneri parziali per lavori sugli immobili. La abrogazione di questi crediti di imposta annuali è un modo per reintrodurre la patrimoniale sugli immobili, amata dalla sinistra e dall'Ocse. Ma studi econometrici fatti dalla mia equipe dell'Università di Roma la Sapienza su tutti i paesi Ocse dimostrano che essa è l'imposta peggiore per la crescita economica. Va tenuto presente che la flat tax e le cedolari secche sugli immobili semplificano il funzionamento del sistema fiscale, che in Italia è gestito da una macchina di oltre 100mila addetti, già a livello statale. Infatti l'Agenzia delle Entrate ne ha 34mila. Ad essa si affiancano le Dogane, con 9 mila; altri 9mila di Demanio e Monopoli. In totale 52mila addetti all'accertamento dei tributi. L'Agenza di Riscossione ha 7mila e 500 persone. A questi 60mila addetti, si aggiungono i 2mila addetti della Società di Informatica Sogei, e i 2mila dell'Agenzia fiscale del ministero dell'Economia e delle Finanze. In tutto 64mila persone a cui si sommano le 25mila dell'Inps nel settore contributivo. La Guardia di Finanza ha 60mila addetti.
Fa molte attività extra fiscali, ma la metà riguarda il fisco. Questi operatori, con la riforma fiscale debbono aggiornarsi e riorganizzarsi. Se la riforma farà semplificazioni, l'azienda fiscale diventerà molto più efficiente di adesso.
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