Sant’Angelo in Vado, paesino di 4.400 abitanti in provincia di Pesaro, è sotto choc. Ismaele Lulli, uno studente di 17 anni, è stato trovato morto con un profondo taglio sul collo in un boschetto a San Martino in Selva Nera, una zona famosa soprattutto per i tartufi. I carabinieri di Pesaro, guidati dal colonnello Antonio Sommese, hanno sentito e poi sottoposti a fermo di indiziati di reato due ragazzi albanesi, di 20 e 21 anni.
L'ultimo contatto con Ismaele risale a domenica pomeriggio, quando ha inviato alcuni messaggi ai familiari. Nel testo dice di voler cambiare vita, di volersi trasferire a Milano e di non voler essere cercato. Poi, in serata, non è più tornato a casa e la madre si è rivolta ai carabinieri per denunciarne la scomparsa. È stato trovato, dopo una lunga notte di ricerche, da un residente nella zona, che prima ne ha visto i piedi, poi ha trovato segni di vegetazione spostata e infine il corpo, frenato dalle piante, a metà di un dirupo vicino a una chiesetta, non lontano da una croce di ferro. Vicino al cadavere sono stati ritrovati anche due zainetti. Ritrovamento che ha portato gli investigatori, che in queste ore stanno cercando l'arma del delitto, sulle tracce dei due albanesi. Proprio nel cellulare di Ismaele sarebbe stato, poi, trovato uno scambio di telefonate con i due fermati. È possibile, dunque, che lo studente sia stato ucciso lungo la strada e poi fatto precipitare. Un'operazione che avrebbe richiesto l'intervento di almeno due persone.
L'unica certezza è che l’omicidio è avvenuto per futili motivi. Si tratterebbe di uno sgarro, molto probabilmente per una frequentazione di Ismaele, che aveva una fidanzata della zona, con una ragazza di Urbania, che uno dei due albanesi considerava la sua ragazza. Per gli inquirenti, però, resta "residuale" anche la pista di un pagamento mai andato in porto per una dose di stupefacente. Uno degli interrogativi più attesi dagli inquirenti riguarda, però, l’ora della morte di Ismaele, visto che intorno alle 16 di domenica, dal suo cellulare è partito l'sms indirizzato a un parente: "Cambio vita, vado a Milano. Non mi cercate". Se la morte risalisse a prima di quell’ora, sarebbe evidente che a inviare quel messaggio è stato l'assassino.
In serata i due albanesi avrebbero iniziato a collaborare e ad ammettere parzialmente le proprie responsabilità: "È come si stessero rendendo conto ora dell’enormità del fatto", racconta una fonte
investigativa che parla di "un delitto da videogame".
È lutto cittadino oggi a Sant’Angelo in Vado, dove la comunità è
incredula di fronte al brutale assassinio di Ismaele. Il sindaco ha chiesto di sospendere ogni attività commerciale e ludica e lo stesso farà in occasione dei funerali dello studente, la cui data dev’essere ancora fissata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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