Picchiato da un senegalese perché sostenitore di Salvini

Paolo Diop, militante di Sovranità vicino al leader della Lega, è stato colpito con un pugno al volto: "Lo sistemo io l'amico di Salvini"

Picchiato da un senegalese perché sostenitore di Salvini

Picchiato per le sue idee. Un pugno al volto solo perché è amico di Salvini, perché lo sostiene e ne appoggia le scelte politiche.

Paolo Diop milita in Sovranità, il parito alleato del Carroccio, e a Pontida era sul palco insieme a Matteo Salvini. Diop è negro, senegalese di origine e "orgogliosamente italiano". I suoi connazionali non hanno mai digerito il fatto che sostenesse le idee della Lega in materia di immigrazione. Diop, infatti, è convinto che i migranti non siano "risorse", ma un problema che deve essere risolto nei paesi d'origine: "Non tutta l'Africa - dice - può venire in Italia". Per questo ha ricevuto molte minacce "da parte di altri negri".

Ieri notte, però, qualuno è passato all'azione. In un locale di Civitanova marche è stato aggredito da un connazionale, un senegalese che lavora al locale "Shada". Diop era seduto ad un tavolo insieme ai suoi amici, dopo aver pagato regolarmente il biglietto d'ingresso. Un buttafuori senegalese si è allora avvicinato e lo ha obbligato ad uscire dal locale. "Mi sono rifiutato - racconta Diop a Ilgiornale.it -, cosèì lui mi ha preso di forza e mi ha trascinato fuori".

Poi, davanti a diversi testimoni, gli ha dato un pugno in faccia. "I miei amici hanno cercato di aiutarmi - aggiunge Diop - e in seguito sono intervenuti altri buttafuori ad allontanare il senegalese". Il motivo dell'aggressione è politico. "Mentre mi trascinava fuori - racconta - mi ha detto: 'l'amico di Salvini...adesso ti sistemo io!'". "Mi ha picchiato per le mie idee, è evidente, non c'era altro motivo per cacciarmi in quel modo".

Diop è finito all'ospedale. Al Pronto Soccorso hanno certificato una prognosi di 6 giorni per via del colpo subito al volto.

Ora la denuncia è arrivata sul tavolo dei carabinieri, che forse apriranno le indagini.

"Più che il pugno - scrive Diop su Facebook - fa male vedere i profili dei miei connazionali festeggiare. E pensare che lotto pure per loro".

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