Piero Angela è il più noto e importante divulgatore televisivo del nostro Paese. Alla soglia dei 92 anni, da qualche tempo ha ormai diradato la sua presenza nei programma storici della Rai, una presenza che è stata egregiamente sostituita da suo figlio Alberto, diventato il nuovo punto di riferimento per la divulgazione. Piero Angela ha alle spalle una lunghissima storia di vita, ha attraversato diversi periodo importanti della storia italiana e l'ha sempre saputa raccontare coinvolgimento gli italiani, tanto da essere considerato quasi come un influencer di prima maniera.
Oggi, Piero Angela è stato ospite della trasmissione Un giorno da pecora, baluardo dell'intrattenimento radiofonico Rai e ha commentato l'attuale situazione del Paese con il suo noto aplomb e capacità di analisi. Il divilgatore ha approvato le misure prese dal governo per cercare di arginare questa seconda ondata di coronavirus, compresa la decisione di coinvolgere due influencer del calibro di Fedez e di Chiara Ferragni per la sensibilizzazione dei più giovani. "Il premier Giuseppe Conte ha fatto bene a chiedere a Fedez e Chiara Ferragni di sensibilizzare i giovani sui social all'uso della mascherina. Bisogna sempre tenere a mente di fare tre cose: indossare la mascherina, mantenere le distanze e disinfettarsi le mani", ha detto Piero Angela, che del buon senso ha sempre fatto una sua bandiera.
Nato nel 1928, Piero Angela ha ricordi vividi degli anni della Seconda guerra mondiale e, quindi, del coprifuoco imposto dal maresciallo Badoglio nel 1943, che rimase in vigore fino all'anno successivo. Durante l'anno e mezzo di validità della misura, gli orari furono più volte modificati ma le misure prese in questi giorni riportano inevitabilmente a quel periodo. Erano di guerra e di grande paura, i mlaviventi si muovevano con il favore delle tenebre ed era necessario proteggere la gente per bene, individuando facilmente i facinorosi. Ora la guerra è contro il virus ma a Piero Angela queste misure ricordano da vicino quelle del '44: "Il coprifuoco è una parola che mi ricorda i tempi della guerra. Forse però serve perché fa effetto sulle persone, questo problema bisogna affrontarlo seriamente: mi fa male non poter abbracciare i miei nipotini, mi mancano, ma speriamo di dover aspettare ancora solo qualche mese".
Anche Piero Angela ha subito delle perdite durante il periodo del lockdown, non ha potuto abbracciare un amico in punto di morte e partecipre successivamente al suo funerale.
Questo è un ricordo che si porta dentro come uno dei più dolorosi della sua storia personale legata al Covid ma è fiducioso che presto, si potrù riprendere una vita non distante dalla normalità vissuta nel Paese e nel mondo fino allo scorso gennaio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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