È stata definita la "crisi idrica" peggiore da 70 anni. Il fiume Po è in secca e siamo soltanto al 15 giugno, se non interverrà qualche miracolo dal cielo chissà come sarà la situazione tra un paio di mesi. Per correre ai ripari, alcune aziende che aderiscono all'Associazione delle imprese idriche energetiche e ambientali Utilitalia, hanno chiesto che ci sia il totale stop all'erogazione dell'acqua potabile durante la notte in ben 125 Comuni della valle del fiume più grande d'Italia.
Allarme in Piemonte e Lombardia
Le situazioni di maggior criticità si registrano in Piemonte con 100 Comuni interessati dall'iniziativa e Lombardia (i restanti 25), specie la provincia di Bergamo. Il caldo eccessivo registrato già a maggio ha fatto sciogliere tutta la neve invernale presente anche in alta quota con sorgenti e ghiacciai che non riescono, da soli, a coprire il fabbisogno della popolazione a valle e non riescono a riempire il Po. Se a questo mettiamo l'agricoltura sempre più in ginocchio il quadro è completo. Secondo la Confederazione italiana degli Agricoltori Italiani (Cia) la situazione "è drammatica" poichè "senza acqua, è a rischio fino al 50% della produzione agricola e zootecnica del Bacino padano, tra i più importanti d'Italia".
Turismo a rischio
Come spiegato all'Ansa, l'Associazione sottolinea come il problema coinvolga "anche famiglie e industrie dell'area, con l'ipotesi di razionamenti, compreso il comparto turistico, ora in piena stagione balneare". La Cia chiede interventi rapidi per realizzare una nuova rete di invasi e piccoli laghi per accumulare l'acqua e stoccarla in caso di necessità. "Del resto - agginge la Cia- il problema riguarda tutta Italia, dove sta mancando la pioggia da settimane e non è prevista nei prossimi giorni, le temperature toccano anche 4 gradi sopra la media stagionale e le scorte idriche sono a zero".
Laghi ai minimi storici
L’Autorità di bacino del Po, intervenuta al Corriere della Sera, ha spiegato che tranne il Garda, tutti gli altri laghi si trovano già al di sotto della media idrometrica di questo periodo con il lago Maggiore molto vicino ai minimi storici del 1946. C'è talmente poca acqua che Mar Adriatico riesce a risalire fino a 10 chilometri il corso del fiume. Mediamente, il livello del Po si trova al di sotto dei 3 metri rispetto alla soglia classica di metà giugno ma in alcuni punti la differenza è ancora più sostenuta. Anche l'Adige, ad esempio, possiede il 60% in meno di acqua rispetto alla media del periodo.
"Trovare una strategia"
Anche in Emilia-Romagna, ad esempio, alcune aziende hanno chiesto il razionamento dell'acqua mentre in provincia di Rovigo e Ferrara alcuni impianti provano a scendere in profondità per ottenere l'acqua da falde acquifere diverse. La Confederazione ha fatto sapere, infine, che la produzione ortofrutticola della Pianura Padana sarà inferiore fino al 40% rispetto al normale ma andrà ancora peggio per cereali, mais e soia con riduzioni fino al 50%. "Enti e istituzioni, con le organizzazioni agricole, devono sedersi a un tavolo per valutare strategie concrete di contenimento", afferma il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, il quale auspica una "bacinizzazione" del grande fiume come avviene in Belgio.
"Abbiamo perso almeno 20 anni e ora intervenire è solo questione di buon senso, a garanzia della sicurezza alimentare, ma anche delle filiere produttive, della biodiversità e del paesaggio, e soprattutto dei cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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