Chi ha sbagliato? Questura di Torino, magistratura e politica si rimpallano il cerino acceso della mancata consegna alla Corte penale internazionale dell'Aja del criminale di guerra libico Osama Almasri o (Elmasry) Njeem, comandante della terribile milizia salafita Rada accusato di torture e violenze sessuali quando era direttore del carcere di Mitiga, a Tripoli, subito espulso col Falcon di Stato (nella foto il ritorno a Tripoli) per motivi di sicurezza legati alla sua «pericolosità sociale», come ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'arresto definito «irrituale» nel provvedimento di mancata convalida del fermo da parte della Corte d'Appello di Roma è tutto fuorché irrituale. «Ieri la Questura ha fatto il proprio dovere arrestando Almasri come da richiesta dell'Interpol per un codice rosso», ammette in Parlamento un esponente Pd. Dov'è il cavillo? «L'arresto andava fatto dopo l'ok del ministro Carlo Nordio», ma l' interpretazione è errata. A essere concordata tra ministero e Corte è la consegna del criminale di guerra, prevista dall'articolo 11 della legge 237 del 2012 che regola i rapporti con l'Aja. «È come se la polizia fermasse un ricercato internazionale e non lo potesse arrestare senza chiamare il Guardasigilli, ma che scherziamo?», ci dice una fonte vicina alla Polizia di Stato.
Ha sbagliato Nordio? No, sottolinea chi conosce bene la normativa. Secondo l'opposizione Via Arenula non avrebbe risposto subito alla Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma. L'iter della legge è questo: il ministro riceve gli atti, trasmette alla Pg, il Pg letti gli atti chiede la misura cautelare, la Corte d'Appello decide, il ministro conferma con decreto entro 20 giorni. «Nordio poteva dire no alla consegna del libico? Teoricamente no, perché c'è l'obbligo di cooperazione, ma se ne sarebbe assunto la responsabilità», è il ragionamento che fa l'Olanda. Plausibile pensare a ragioni di Stato, se è vero che i nostri servizi temevano una possibile escalation in Libia contro i nostri connazionali, con assalti ai pozzi di petrolio o alle ambasciate, ma chi se ne dovrebbe fatto carico è la politica, non i giudici. Di buon mattino è Magistratura democratica a lanciare il soccorso rosso alle toghe. Dietro il mancato arresto «c'è il disimpegno politico del governo sulla cooperazione con la Corte penale internazionale». Una lettura che vorrebbe il governo allineato con Usa e Israele contro l'Aja dopo la richiesta di arresto per il premier Benjamin Netanyahu. Secondo Md, la legge sui rapporti Roma-Aja sarebbe priva «di una legislazione, sostanziale e processuale» che lascia «gravi margini di incertezza operativa». «Quand'anche la normativa fosse scritta male, il giudice la deve interpretare», ci ribadisce la fonte. «Era possibile tenerlo in carcere? Assolutamente sì, chiedendo alla Corte di convalidare l'arresto provvisorio, in attesa della procedura ex articolo 11 della 237/2012 che dice quando la richiesta della Cpi ha per oggetto la consegna di una persona il Pg, ricevuti gli atti, chiede la custodia cautelare». Il secondo comma dice che la Corte d'Appello provvede con ordinanza e che l'eventuale ricorso in Cassazione non sospende il provvedimento. E invece? «La Corte si è appiattita sul Pg, secondo cui non si applica il Codice di procedura penale, che all'articolo 716 dice che nei casi di urgenza la Pg può procedere ad arresto». Dunque, il vulnus è nell'errata interpretazione del Pg? Qualcuno ipotizza che il ministero potrebbe aprire un'ispezione. Ma che ci faceva Al-Masri in Italia? E perché l'ordine di cattura, chiesto il 2 ottobre dal Procuratore Karim Khan, è stato emesso (a maggioranza) solo il 18 dalla Pre-trial chamber composta dalla romena Ioana Antonella Motoc, dalla beninense Reine Alapini-Gansou e dalla messicana Maria del Socorro Flores? Il capo dei miliziani, ricostruisce il Foglio, era a Torino per guardare la «sua» Juve contro il Milan.
Ma il viaggio in Europa era iniziato il 6 col volo Tripoli-Fiumicino-Londra: il 13 al-Masri va a Bruxelles in treno, poi a Bonn e infine a Monaco su una Mercedes con tre amici. Il 16 vengono fermati per un controllo e lasciati andare dopo essere passati in Francia, Olanda e Svizzera. Ma solo il 18 gennaio viene spiccato il mandato di cattura. Una coincidenza?
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