Accanirsi sui deboli è un crimine orrendo

I delitti contro individui indifesi come i bambini suscitano riprovazione persino tra i criminali più spietati

Accanirsi sui deboli è un crimine orrendo
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Gentile Direttore Feltri, gli operatori nella RSA di Latera (Viterbo), immortalati nelle immagini mentre commettono abusi e violenze sugli anziani a loro affidati, vanno licenziati in tronco e puniti con cento frustate a testa sulla pubblica piazza, altro che sospensione dal lavoro, in attesa di un processo che difficilmente darà loro la giusta e dura punizione.

Rocco Bruno

Caro Rocco,
troppo spesso le cronache ci mettono sotto gli occhi realtà raccapriccianti che si nascondono al di là delle mura di case di riposo e di cura che sono, in verità, veri e propri inferni sulla Terra, lager in cui vengono praticate sistematiche torture e violenze di ogni tipo, inclusa quella sessuale, come accadeva appunto nella Rsa che hai menzionato, quella di Latera, in provincia di Viterbo. Qui gli ospiti venivano insultati, picchiati, puniti, minacciati di morte, legati ai letti, lasciati sporchi e senza cibo, imbottiti di farmaci calmanti. Mi ha impressionato il fatto che un'anziana, ripetutamente molestata, sia stata stuprata addirittura con un bastone, mentre era immobilizzata sul materasso. Quale efferatezza occorre possedere per realizzare tutto questo? Sei sono gli operatori sociosanitari che si sarebbero resi autori di tali delitti, di cui tre sono finiti in carcere, altri tre sono stati sospesi dalla professione.

È chiaro che le responsabilità penali devono ancora essere accertate e che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, tuttavia queste condotte sono talmente vergognose ed evidenti, stando appunto al materiale audio e video raccolto dai carabinieri, che trovo la sospensione insufficiente. La sospensione infatti comporta l'interruzione per un determinato periodo di tempo dall'attività lavorativa. Eppure un soggetto che abbia alzato anche soltanto un dito contro un essere umano indifeso non dovrebbe mai e poi mai, ovvero per nessuna ragione, potere tornare ad occuparsi di soggetti fragili, in quanto la sua indole è incompatibile con la funzione.

I delitti contro individui indifesi come i bambini suscitano riprovazione persino tra i criminali più spietati. E questo è il motivo per cui in carcere i pedofili vengono puniti dagli stessi detenuti, tanto che si rende necessario proteggere i condannati per pedofilia, riservando loro bracci e raggi appositi allo scopo di isolarli rispetto all'altra popolazione reclusa. Penso che il medesimo disgusto dovrebbero produrre in noi i reati violenti contro gli anziani, in quanto essi sono in qualche modo fasce deboli quanto i minori, tanto più se infermi e costretti a vivere all'interno di istituti che un tempo chiamavamo «ospizi» e che oggi, risultandoci tale termine troppo duro, chiamiamo «case di riposo». Ci illudiamo che, definendo le cose in modo diverso, le possiamo addolcire e migliorare. Invece no.

Dal momento che le violenze contro i vecchi sono dilaganti e considerato altresì l'aumento progressivo della popolazione canuta, fenomeno che fa di quello italiano il popolo più longevo al mondo insieme a quello giapponese, sarebbe opportuno inasprire le pene previste per coloro che si macchiano di determinati crimini a danno dei nonni. Ma, soprattutto, sarebbe indispensabile che le telecamere, la cui presenza del resto è prevista dalla legge, venissero effettivamente installate all'interno di queste strutture allo scopo di generare una sorta di effetto deterrente su quanti siano in grado di compiere atti tanto abominevoli contro persone del tutto incapaci di rispondere e di proteggersi da simili abusi. Di fatto è solo grazie alla presenza delle telecamere nascoste installate ai fini delle indagini che è stato possibile conoscere e documentare quanto accadeva tra le pareti della Rsa di Latera.

Il punto è questo: punire è essenziale, ma con la massima urgenza

dobbiamo agire in maniera più incisiva sul piano della prevenzione, affinché non avvenga mai più che un anziano patisca umiliazioni, vessazioni, sopraffazioni e tormenti, inflitti proprio da chi avrebbe il compito di accudirlo.

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