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Pocket Money non erogato, scoppiano le proteste in un centro per migranti ad Agrigento

Nella città dei templi all'interno di una comunità per migranti gli operatori hanno dovuto chiamare la Polizia per riportare la calma: non è il primo episodio del genere ad Agrigento

Pocket Money non erogato, scoppiano le proteste in un centro per migranti ad Agrigento

È dovuta intervenire la Polizia nella giornata di ieri nel quartiere agrigentino del Villaggio Mosè, lì dove all’interno di una comunità d’accoglienza per migranti sono scoppiate vigorose proteste.

Motivo del contendere è stato il ritardo nell’erogazione del pocket money, i soldi cioè destinati agli ospiti di questi centri che, da quanto sembra, in queste settimane non sono arrivati puntuali. Si parla, secondo la ricostruzione delle proteste di ieri, di almeno dieci giorni di ritardo.

I migranti ospiti della comunità hanno iniziato ad agitarsi, poi ad inveire contro gli operatori ed i responsabili della struttura. La situazione stava iniziando a surriscaldarsi, per questo per precauzione sono stati gli stessi operatori ad allertare la Polizia.

Nel giro di pochi minuti sono arrivate alcune volanti con a bordo gli agenti della Squadra Mobile di Agrigento. La situazione che hanno trovato, come si legge su AgrigentoNotizie, non è stata in effetti molto semplice da gestire: i migranti si mostravano agitati, sul piede di guerra per non aver visto alcuna erogazione del pocket money.

La Polizia ha quindi provato a calmare gli animi, spiegando in primo luogo come il mancato pagamento non è ascrivibile alla responsabilità degli stessi operatori del centro. Tuttavia, non è stato facile, secondo poi quanto è trapelato, arrivare a calmare definitivamente la situazione. I migranti avevano fatto fronte comune e tutti rivendicavano in modo energico l’ottenimento del pocket money.

Dopo alcune ore di protesta, tutti gli ospiti della comunità sono ritornati al proprio posto all’interno della struttura e la tensione al momento risulta smorzata.

Non è certo il primo episodio del genere ad Agrigento. In città, specialmente durante gli anni dell’emergenza immigrazione, sono sorte molte strutture denominate Spar, oggi rientranti nella categoria dei Siproimi dopo la riforma voluta dall’ex ministro Matteo Salvini.

Una situazione in linea con quanto avvenuto nel resto della Sicilia: dal 2014 in poi, centri per richiedenti asilo e minori non accompagnati sono sorti un po’ in tutti gli angoli dell’isola, sia nelle città più grandi che in altri centri più piccoli.

Ad Agrigento più volte negli ultimi anni si è assistito ad episodi del genere, in cui la presunta mancanza di servizi ritenuti efficienti da parte di migranti ha scatenato la rabbia degli stessi ospiti delle strutture.

In alcuni casi si è arrivati anche a dirette minacce nei confronti degli operatori, tuttavia negli ultimi mesi, complice anche un ridimensionamento del numero di persone ospitate, in città non si erano verificati altri episodi del genere.

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