Chiamatelo governo Nazionale senza filtro, la classe dirigente che nuoce alla salute. Perché la ridda frenetica di provvedimenti apparentemente illogici che vedono la luce in questi giorni si spiega solo con l'assenza di un filtro fra pensiero e azione. Capita così che le libere associazioni mentali e le reazioni istintive ai problemi precipitino fuori dalle bocche di ministri, governatori e sindaci come voci dal sen(no) fuggite. Allo stato brado, con la stessa razionalità di un urlo o di una risata. Nulla di drammatico in una sana, magari un po' naif espressione delle emozioni. Ma se questa eccitabilità e questo spontaneismo guida le decisioni politiche, allora è tempo di preoccuparsi.
Vale la pena ricapitolare partendo dalla fine, dal Plexiglas che sta dividendo l'Italia come il muro di Berlino. Con la scuola paralizzata, serve un'idea per riprendere le lezioni a settembre mantenendo le distanze. E dunque - complice quella maledetta mancanza di filtro - ecco che dai complessi meccanismi neuronali dei decisori sgorga una parola: Plexiglas. A tonnellate, così da creare dei carinissimi pollai shabby chic intorno agli studenti. Fa niente se prima e dopo la lezione i bambini, in quanto bambini, giocano e si abbracciano. Fa niente se i ragazzi, in quanto ragazzi, cazzeggiano e amoreggiano. No, l'ABS (Anti-boiata system) non scatta. E il Plexiglas, che già era balenato come potenziale soluzione del distanziamento in spiaggia a costo di brasare i poveri bagnanti inscatolati sotto il sole, ottiene dignità di decreto.
Stessa cosa era accaduta con le mascherine: quando il popolo chiedeva rassicurazioni erano inutile terrorismo, quando imperava la paranoia da pandemia erano obbligatorie e salvifiche. Per tagliare la testa al toro e per eliminare gli speculatori cattivi e odiosi, infine, si è imposto il prezzo fisso leninista. Col risultato di bloccare produzione e vendita per settimane e poi rimangiarsi i 50 cent in insalata.
E che dire della movida? Stupefatti da questi insondabili italiani che - una volta riaperti i bar - ci sono perfino andati per farsi una birretta, le brillanti menti dirigenti sono piombate nel panico. E in un flusso ansiogeno di intransigenza hanno scompostamente reagito istericamente: alcolici vietati, anzi no ne è vietato l'asporto, anzi no ne è vietato l'asporto dalle 19 alle 7, anzi già che ci siamo creiamo una milizia moralizzatrice che segnali i facinorosi armati di Spritz. Quanti ne reclutiamo? Diciamo 60mila, uno ogni mille abitanti, che faccio lascio?
C'è poi il problema dei mezzi pubblici, troppo affollati. La soluzione vien da sé: svuotiamoli, si vada tutti in velocipede. Così i sindaci si svegliano la mattina e decidono che i cittadini la sera si muoveranno solo in bici e monopattini, a costo di farli schiattare tutti in un calvario quotidiano di sanpietrini, rotaie, traffico e buche, a costo di farli venire da Vertemate con Minoprio in piazza Cordusio ogni mattina sulla Graziella della nonna. E la crisi economica, il rilancio con le misure «poderose»? Domandare è lecito, far piovere bonus a catinelle è cortesia. I piani strutturali sono per freddi burocrati, meglio disseminare illusioni e cambiali ad effetto.
Si potrebbe continuare a piacimento. L'isteria della decisione politica è la cifra di questo tempo e non è solo colpa del Covid. Silvia Romano liberata dopo il sequestro, con sentimento generale di giubilo? Ecco il comitato d'accoglienza con alabardieri ministeriali e saltimbanchi governativi, nonostante i Servizi avessero avvertito dell'effetto boomerang. Ci sono tanti poveri? Si inventa il reddito di cittadinanza, si abolisce la miseria per decreto e si prega san Navigator. Poi l'utopia svanisce, la disoccupazione rimane e tanti ne uccide la fame. C'è l'allarme immigrazione? Blocchiamo tutto, affondiamo i barconi perché i social ci dicono così. Poi basta il ribaltone del Mojito e gli stessi cerberi di prima improvvisamente spalancano tutto, welcome barconi, via di sanatoria. Una schizocrazia da Tso di gruppo.
La realtà è che da mesi ormai ogni vaga esigenza e timore malcelato nella popolazione scatena una reazione pavloviana nei governanti. Non ponderata, non frutto di un'analisi su pro e contro. No, sempre provvedimenti convulsi presi con il vento instabile dell'opinione pubblica in poppa, perché «lo vuole la gente». Senza filtri economici, di fattibilità e di buonsenso. Ora, non chiediamo un esecutivo di illuministi, ma pretendiamo almeno quella minima accortezza che ti insegnavano a scuola, nell'era pre-Plexiglas: conta fino a dieci prima di parlare.
È una maniera di governare irrazionale, che procede per sparate e retromarce, ringhi
e fusa. Il cavallo senatore di Caligola fallì alla prova del potere nella Roma antica. Tanto vale riprovarci oggi con dei dobermann o dei gattini: probabile che nessuno noti la differenza con i nostri decisori impulsivi.
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