Prova a riportare un po' d'ordine, il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli. In una lunga intervista al Corriere, l'ex capo della Protezione Civile traccia un'ampia panoramica sulle sfide e le opportunità di questo periodo che ha visto le forze dell'ordine molto impegnate anche sotto il profilo dell'ordine pubblico.
"Continueremo gli sgomberi, il problema sono le occupazioni"
Ed è proprio dai recenti scontri di piazza a Roma con i migranti che Gabrielli parte nella sua analisi: "Non c'è alcuna sospensione degli sgomberi né alcun via libera alle occupazioni degli immobili - spiega chiarendo la linea dettata dal ministro degli Interni Marco Minniti - Il problema non è evitare gli sgomberi ma le occupazioni, evitando che si realizzino e si consolidino nel tempo." Il ricorso alla forza, precisa quindi, deve rappresentare un'extrema ratio a cui fare ricorso solo una volta che ogni altra opzione sia esaurita.
"La politica sia responsabile"
Certo, fondamentale a questo fine è il lavoro della politica che non può trascurare i problemi sociali e poi stigmatizzare la polizia se cerca di contenere le conseguenze del loro esplodere. Su questo punto Gabrielli tiene ad essere molto netto: "Le amministrazioni non possono delegare tutto alla polizia, perché certi problemi, prima che di ordine pubblico, sono problemi sociali che non si possono scaricare sulle forze dell'ordine, facendole diventare oggetto di strumentalizzazione e scontro fra chi solidarizza con loro e chi le attacca."
Inevitabile poi un passaggio sul poliziotto pizzicato a gridare "spaccate un braccio" ai suoi uomini durante gli scontri coi migranti di settimana scorsa a Roma: "Ci si è concentrati sulla frase sciagurata di un poliziotto - ragiona il capo della Polizia - Ma io credo che se è grave, gravissima quella frase, ancora più grave è il comportamento di chi ha consentito che la situazione degenerasse fino a quel punto", assicurando che il dirigente intercettato non verrà più impiegato in attività di ordine pubblico. E come ricetta per evitare l'esplodere di nuove tensioni sociali suggerisce di "analizzare e affrontare le singole situazioni tenendo conto della sensibilità di tutti, anche di chi fa discorsi che suonano xenofobi o populisti."
Immigrazione e terrorismo
Fondamentale poi l'analisi sull'emergenza migratoria ("Una quota importante resterà da noi, va bene provare a calmierare i flussi ma ora bisogna procedere con l'integrazione") e sul pericolo del terrorismo: "Vinceremo questa partita come è stato fatto con il terrorismo interno e quello mafioso.
L'Italia potrebbe essere un bersaglio appetibile proprio perché è uno dei pochi Paesi ancora immuni" ma secondo Gabrielli bisogna capire che "l'adesione alla propaganda jihadista prima ancora che una causa di pericolo per noi è effetto di una mancata integrazione sociale."A cui, ancora una volta, deve provvedere la politica ancora prima della polizia.
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