Pompei, un progetto da 2,5 miliardi per la Buffer Zone Unesco

Presentato il primo progetto per il comprensorio attorno al sito: l'idea di sostituire l'attuale ferrovia e consentire alle città di "riprendersi" il mare, a ottobre la decisione

Pompei, un progetto da 2,5 miliardi per la Buffer Zone Unesco

Un progetto da 2,5 miliardi di euro per ristrutturare tutto il comprensorio di Pompei. E restituire il mare a quei comuni che, seppur costieri, si trovano con l’ostacolo (non da poco) della ferrovia.

Nell’ambito del concorso di idee per il rilancio della cosiddetta Buffer Zone Unesco di Pompei, che identifica il territorio composto da ben nove comuni (Pompei, Ercolano, Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco, Portici e Trecase) è stato presentato il progetto per la “cancellazione” dell’attuale linea ferroviaria. Si tratta di una zona “tampone” che rientra nel novero di quei territori ritenuti dall’Unesco meritevoli di tutela adeguata proprio perché circonda e ospita i siti patrimonio dell’umanità.

Il primo progetto arrivato all’attenzione della Comitato di Gestione del progetto Grande Pompei (composto, oltre che dai sindaci dei nove comuni anche dalla Regione Campania, dalla Sovrintendenza, la città metropolitana di Napoli e rappresentanti dei ministeri di Trasporti, Coesione Territoriale e Beni Culturali) che, entro la metà di ottobre dovrà decidere su che aspetto dare al comprensorio, è firmato dall’architetto urbanista spagnolo Josep Acebillo, tra gli artefici della “ricostruzione” di Barcellona ai tempi delle Olimpiadi del 1992 e responsabile dell’ufficio urbanistico della capitale catalana per quasi un trentennio. A commissionarglielo, l’associazione Naples et Pompei che riunisce aziende e imprese del territorio.

L’idea del progetto verte attorno alla rimozione dell’attuale linea ferroviaria. Figlia della vecchia linea borbonica della Napoli-Portici, l’attuale pista dei treni s’è imposta come un’autentica barriera col mare ai comuni della zona all’immediato sud del capoluogo partenopeo. Da qui l’idea di “dirottare” il traffico ferroviario sui binari che attualmente servono il circuito della CircumVesuviana. Per farlo, sarà necessario allestire binari a scartamento promiscuo, in grado di sostenere ogni tipo di convoglio, dal trenino locale fino alla Tav.

Secondo i redattori del progetto, così facendo si consentirà ai comuni di riaffacciarsi sul mare dando così grosso impulso al turismo e alle attività economiche dell’intera area. E spingerà tutto il comprensorio a nuove iniziative su fronti importanti e delicati, come – appunto – il recupero delle fasce costiere e la tutela della qualità delle acque.

In cifre, il progetto potrebbe catapultare sul territorio investimenti stimati complessivamente nell'astronomica somma di 2,5 miliardi di euro. Ottocento milioni verrebbero da parte pubblica, per l’aspetto infrastrutturale.

Una cifra doppia, valutata in 1,6 miliardi, arriverebbe invece da investimenti privati.

Giunta la prima proposta, il Comitato di Gestione deciderà entro la metà di ottobre sulle iniziative e sugli investimenti da compiere per la Buffer Zone attorno a Pompei.

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