Ponte Morandi, Autostrade potrebbe non pagarne la ricostruzione

Dopo la raffica di ricorsi al Tar presentati da Autostrade per l'Italia, preoccupa l'ipotesi che il gruppo non voglia pagare le spese di ricostruzione del ponte. Ecco perché il commissario Bucci si è portato avanti chiedendo un prestito alle banche

Ponte Morandi, Autostrade potrebbe non pagarne la ricostruzione

Non si sa mai. È quanto avrà pensato il commissario alla ricostruzione Marco Bucci che, in vista dell'inizio dei lavori di demolizione di quanto resta di ponte Morandi, ha deciso di rivolgersi alle banche per chiedere un prestito di 360 milioni di euro, la cifra stabilita dal decreto Genova per lo smontaggio e la ricostruzione del viadotto Polcevera. Ma perché lo ha fatto? Secondo Il Secolo XIX, la decisione sarebbe dovuta a un eventuale rifiuto futuro, da parte di Autostrade, di accollarsi le spese. Scenario che, fino a non molto tempo fa, appariva decisamente remoto. Ma dopo la raffica di ricorsi al Tar da parte di Aspi motivati con l'accusa al governo di "usare l'azienda come un bancomat", ora la struttura commissariale guidata da Bucci mette le mani avanti.

La cifra, come detto, è consistente. Il prestito da parte di un istituto bancario - pubblico o privato - come previsto dal decreto Genova, sarebbe garantito da 30 milioni di fondi statali all'anno per 12 anni. Ravvicinato il termine per la presentazione delle offerte: entro il 14 gennaio. Per ora l'atto, siglato dal subcommissario Ugo Ballerini, è da considerarsi cautelativo. Bucci si è sbilanciato, promettendo la demolizione e la ricostruzione del ponte entro la fine del 2019. Uno stop ai lavori sarebbe la tomba delle sue promesse.

In questo senso, i tempi sono fondamentali. Come spiega Il Secolo XIX, dal giorno della richiesta di pagamento Aspi avrà per rispondere 30 giorni, al termine dei quali il commissario dovrebbe inventarsi un altro modo per procurarsi i soldi con cui pagare le aziende al lavoro sul Polcevera.

Per ora, Autostrade per l'Italia non ha ancora paventato l'ipotesi di non pagare la ricostruzione. Ma i quattro ricorsi al Tar e l'attacco del ministro Toninelli ("Aspi è lo specchio dell'Italia peggiore") rischiano di complicare le cose.

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