Una studentessa sedicenne sta per iniziare il suo primo stage. Il giorno prima indossa il tailleur blu scuro, previsto come "divisa" dall'albergo, e tutta orgogliosa si scatta una foto, mandandola alla sua professoressa di economia. Quel tirocinio, però, non inizierà mai. Come scrive Repubblica è stato l'hotel a dire di no. Preferisce avere un'altra ragazza.
Terzo anno di un istituto professionale (il Marignoni Polo), la ragazza è nata in Italia da genitori egiziani. Da tre anni porta il velo, così come fa sua mamma: "Da musulmana è una scelta naturale, mi rendo conto sia difficile da capire".
Quattro fratelli, mamma casalinga e papà addetto in un'impresa di pulizie, la giovane studentessa sogna di poter diventare guida turistica. Il suo primo stage obbligatorio l'ha scelto la scuola: si tratta di un hotel a tre stelle vicino alla nuova sede della Regione. Lei avrebbe dovuto lavorare alla reception, accogliendo i clienti. Alla fine, arrivato il rifiuto, la scuola ha trovato una soluzione: la ragazza è stata mandata in un altro albergo, a pochi km di distanza. Lì non le fanno problemi per il velo. Al suo posto, nell'hotel che ha posto il rifiuto, a fare lo stage è arrivata una ragazza filippina. Storia finita? Per nulla.
Terminato il periodo degli stage la classe della ragazza dopo aver discusso il caso ha deciso di scrivere una lettera, firmata da tutti i 25 alunni, in cui accusano l'albergo:"Discriminazione che non possiamo accettare".
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