Il prefetto (donna) che disobbedisce a Roberto Maroni

Si chiama Peg Materia Strano il prefetto di Pavia che non si espone sulle disposizioni del governatore lombardo e accoglie i profughi dicendo: " tutti i richiedenti asilo sono ospiti di strutture private". Nel pavese il giro d'affari ammonta a 6 milioni di euro

Il prefetto (donna) che disobbedisce a Roberto Maroni

Da una parte Roberto Maroni ha dichiarato di voler ridurre i trasferimenti regionali ai sindaci che accoglieranno nuovi clandestini e soprattutto che chi violerà la sua disposizione pagherà le conseguenze. Una decisione contro i prefetti e i sindaci "disponibili". Dall'altra Matteo Salvini lancia la sua provocazione ai cittadini con una campagna spot:" Stop ai clandestini. Chiama la tua prefettura e protesta anche tu". Con tanto di numeri per chiamare tutte le prefetture d'Italia.

Poi c'è lei, Giuseppa, conosciuta come Peg, Materia Strano, prefetto di Pavia, nominata nel 2011 proprio dall'allora ministro Roberto Maroni.

Il prefetto del territorio pavese spiega che "Al momento non è arrivata ancora alcuna comunicazione dalla Regione Lombardia, non voglio dare giudizi sulle frasi del governatore lombardo".

Eppure conferma quanto sostenuto dai sindaci, ovvero che "Per adesso tutti i richiedenti asilo in provincia di Pavia sono ospitati in strutture private, non pubbliche. Abbiamo una convenzione con le onlus che gestiscono il flusso di queste persone, anche perché la situazione, sotto il profilo degli arrivi, rimane calda anche sul nostro territorio. Nelle ultime settimane ne sono arrivati una decina, quindi siamo attorno ai cinquecento profughi". Un numero rilevante di persone che possono contare sull'accoglienza, almeno per ora, del territorio pavese. Del resto, secondo quanto conferma il prefetto, non è ancora pervenuta nessuna comunicazione da parte di Regione Lombardia, quindi si procede con l'accoglienza.

Pensate che, secondo i dati, da marzo 2014 sono arrivati sul territorio pavese ben 472 immigrati, il costo di mantenimento in strutture autorizzate e' di 32 euro al giorno. Si calcola che in un anno il giro di affari sia ammontato a 5,6 milioni di euro, più l'indotto. Perché oltre a quanto messo a disposizione dal ministero dell'Interno per la sistemazione, il mantenimento e il pagamento degli operatori, molte attività hanno registrato un incremento proprio legato alla presenza degli ospiti, dalla panetteria, alla tabaccheria, dalla lavanderia all'idraulico. Insomma una bella boccata d'ossigeno per l'economia. Tutto dipende da quanti sbarchi ci saranno ancora sulle coste italiane. Staremo a vedere.

Non sono pochi, però, gli operatori che hanno accettato di accogliere i richiedenti asilo nelle loro strutture. Questo è successo un po’ dappertutto, dal Pavese alla Lomellina, all’Oltrepo. Anzi, in alcuni casi gli stessi albergatori hanno riservato almeno la metà delle stanze ai profughi.

Agli operatori va la parte più consistente dei 32 euro messi a disposizione dal governo per il sostentamento degli ospiti. Circa 2,5 euro vanno anche agli immigrati per le loro piccole necessità. Un momento proficuo che, stando alla disposizione del governatore Roberto Maroni, durerà ancora per poco.

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