Una sentenza appena sfornata dal tribunale di Bari. Gli imputati? La presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri dell’Interno e delle Finanze. Dovranno restituire ad un lavoratore migrante le tasse di soggiorno pagate nel periodo che va dal 2012 al 2015. La tassa, di importo variabile fra 80 e 200 euro, era stata introdotta con decreto legge nel 2012 durante il governo Monti.
A intervenire a favore del lavoratore la Cgil considerando la legge contraria al principio di integrazione.
La stessa Corte di Giustizia europea aveva dichiarato la tassa “illegittima” fino al completo annullamento della stessa da parte del Consiglio di Stato il 26 ottobre 2016. Oggi, infatti, gli stranieri che richiedono e rinnovano il permesso di soggiorno in Italia non devono più pagare la tassa sui permessi di soggiorno.
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