Cresce la pressione esercitata da Geo Barents per fare sbarcare in Italia i 439 migranti che si trovano a bordo dell’imbarcazione. Non c’è pace per la nostra Nazione sul fronte immigrazione. Il mese di gennaio si sta manifestando ricco di grattacapi con una lunga serie di sbarchi autonomi ai quali si sommano quelli richiesti dalle Ong. Oggi si aggiunge anche la Geo Barents. Da una settimana la nave di Medici Senza Frontiere, sosta in mare aperto alla ricerca di un porto sicuro. Dopo aver recuperato l’imponente numero di migranti vicino la Libia, ha chiesto un porto sicuro a Malta ottenendo un “No” come risposta. E adesso, come da copione, è scattato il piano B col pressing al governo di Roma.
Nel frattempo l’imbarcazione rimane ferma a sud delle coste agrigentine e preme a colpi di tweet: “Di notte fa molto freddo”, scrive sul social Alida Serracchieri, medico responsabile di MSF che si trova a bordo della nave. Poi prosegue: “Il senso di paura e incertezza a bordo della Geo Barents aumenta. Dopo il rifiuto di Malta, chiediamo al governo italiano di assegnarci un porto sicuro per permettere lo sbarco delle 439 persone, dopo un lungo ed estenuante viaggio”. In pratica la stessa storia di sempre e forse è questione ormai di poco tempo prima di vedere l’imbarcazione attraccare in uno dei porti siciliani e far sbarcare i protagonisti di questo ennesimo viaggio della speranza. A dar manforte a Medici Senza Frontiere ci pensa nel frattempo anche il deputato di LeU, Erasmo Palazzotto intervenuto su Twitter: “Mentre eleggiamo il Presidente della Repubblica – ha scritto - possiamo far sbarcare i 439 naufraghi a bordo di Geo Barents. Molti sono in mare da oltre una settimana. Che cosa si sta aspettando? Si assegni ora il POS e si garantisca a tutti e tutte loro la dovuta assistenza".
Solo due giorni fa le Ong hanno scaricato tra Lampedusa e Pozzallo circa 500 extracomunitari. Mare Jonio e Louise Michel le due protagoniste. La prima nonostante avesse ottenuto la possibilità di sbarcare a Pozzallo, ha preteso di far scendere buona parte dei migranti, 142, a Lampedusa. I restanti 70 hanno poi toccato la terraferma nel porto ragusano. La seconda nave invece ha potuto far sbarcare tutti i suoi 58 occupanti l’imbarcazione sull’isola maggiore delle Pelagie.
Un dramma nel dramma dal momento che a Lampedusa in quei giorni la situazione era ingestibile con quasi 800 ospiti nel locale hotspot. Ora i riflettori rimangono puntati sull’esito di questa nuova richiesta proveniente da Geo Barents.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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