"Processo mediatico inaccettabile". L'inferno in casa dopo la scomparsa di Denise

A Quarto Grado si torna a parlare di Denise Pipitone: al centro gli interrogativi sul processo ad Anna Corona, che tuttavia è stata assolta

"Processo mediatico inaccettabile". L'inferno in casa dopo la scomparsa di Denise

Il primo settembre l’inferno è entrato in casa della signora Piera Maggio e l’inferno è entrato in casa mia”. Si apre con le parole di Anna Corona la puntata di ieri di Quarto Grado, ancora una volta con un lungo approfondimento dedicato a Denise Pipitone.

Durante la trasmissione, che ha rilevato i presunti interrogativi sospesi sulla scomparsa della bimba, è stata letta una lettera da parte dei legali di Corona e della figlia Jessica Pulizzi. Gli avvocati hanno ricordato che le due donne hanno affrontato tre gradi di giudizio e sono state assolte, per cui continuare a parlare del passato rappresenta un “processo mediatico inaccettabile”.

Tra le questioni sollevate ci sono state la perquisizione della casa sbagliata da parte dei carabinieri, ossia quella della vicina e non quella di Anna Corona, dettaglio che è emerso solo dopo 8 anni dalla scomparsa, durante il processo. Si è accennato ai contatti frequenti tra Anna e la sua conoscente Stefania, che si interrompono il 1 settembre diventando solo squilli. E si è parlato anche della telefonata di Anna con un certo Salvatore, al quale, come sottolineato durante il processo all’avvocato di mamma Piera Maggio Giacomo Frazzitta, Anna disse di combattere dalla mattina precedente per la vicenda di una bambina scomparsa, ma Denise è scomparsa solo intorno a mezzogiorno. La chiamata è preceduta da un’altra telefonata di 75 secondi tra i due, della quale Anna affermò di non ricordare il contenuto.

Sicuramente c’è qualcuno che sa”, ha detto alle telecamere di “Quarto Grado” l’ex procuratore di Marsala Alberto Di Pisa, che ha sottolineato i propri dubbi circa la mancata perquisizione della casa di Anna Corona. “Mi fa arrabbiare e fa arrabbiare Piera essere lasciati soli - ha commentato Frazzitta - ed essere maltrattati. Ci sono stati tanti comportamenti che non hanno aiutato. In un primo momento Piera è stata sospettata, poi siamo arrivati a un processo. Mi sarebbe piaciuto sentire Di Pisa parlare alla stessa maniera durante il processo. Disse che era molto difficile e che sarebbe stata giusta una richiesta di archiviazione. Oggi sento che ci credeva e mi spiace sentirlo così in ritardo”.

A “Quarto Grado” si è tornati anche sul giallo della donna insieme a Danàs nel video girato a Milano dalla guardia giurata Felice Grieco.

Questi fu accompagnato nei diversi campi rom in provincia di Milano, ma non trovò nessuno somigliante alla donna e alla bambina che aveva incontrato e ripreso con il telefonino. L’esperta Dijana Pavlovic ha smentito che la donna potesse essere stata di etnia rom. “Non mi sembra una rom - ha chiosato - mi sembra asiatica”.

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