A processo il teste chiave del caso Cucchi: accusato di detenzione di cocaina

Grazie alle sue rivelazioni, nel 2016, l'appuntato Casamassima fece riaprire il caso della morte di Stefano Cucchi

A processo il teste chiave del caso Cucchi: accusato di detenzione di cocaina

Chiesto il processo per l'appuntato dei carabinieri, Riccardo Casamassima, teste chiave nel caso della morte di Stefano Cucchi, il geometra 31enne, deceduto a seguito del pestaggio subito da parte dei militari.

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell'appuntato per il reato di detenzione di droga ai fini di spaccio. Insieme a Casamassina, sono coinvolte nell'inchiesta altre 4 persone, tra cui la compagna del militare, anche lei appuntato dell'Arma. Secondo gli investigatori, i due carabinieri, "in concorso tra loro, detenevano nella loro casa a Roma quantitativi non determinati di sostanza stupefacente di tipo cocaina".

L'appuntato Casamassima è considerato un testimone chiave nel caso Cucchi: nel 2016, grazie alle sue rivelazioni, permise ai magistrati di riaprire l'inchiesta sul pestaggio del geometra 31enne. Arrestato la sera tra il 15 e il 16 ottobre del 2009, Stefano Cucchi venne brutalmente picchiato da alcuni carabinieri e sei giorni dopo il pestaggio morì. Casamassima ha accusato i colleghi, confermando le accuse anche nel processo per omicidio preterintenzionale, che si sta svolgendo in corte d'assise. Per le sue rivelazioni, il militare sarebbe anche stato demansionato, con stipendio ridotto.

Un mese fa, la procura di Roma aveva chiesto il processo anche per otto carabinieri, accusati di falso e depistaggio nelle indagini: relazioni modificate, verbali scomparsi o cancellati e tentativi di screditare l'appuntato Casamassima, a seguito delle sue

dichiarazioni. In particolare, al carabiniere Luca De Cinni sono attribuiti i reati di falso e calunnia: il militare, infatti, aveva scritto una relazione con cui aveva cercato di far perdere peso alle accuse dell'appuntato.

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