Procura apre un’inchiesta sui contagi negli ospedali del Lodigiano

Aperto un fascicolo sulla diffusione del virus. E avviate verifiche sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi

Procura apre un’inchiesta sui contagi negli ospedali del Lodigiano

I rapporti tra il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, e il premier Giuseppe Conte non sono buoni. Negli ultimi giorni sono volati stracci tra i due, in più occasioni. La polemica sarebbe legata a una dichiarazione del presidente del Consiglio in merito a presunti errori commessi da un ospedale (il riferimento all’istituto di Codogno appare evidente) i quali avrebbero poi favorito il contagio del coronavirus in tutto il Nord Italia. E in altri ospedali.

Conte, senza riferirsi a una struttura in particolare, aveva parlato di “gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi”. In altre parole, un ospedale non avrebbe seguito i protocolli favorendo la diffusione dell'epidemia. Ora un altro tassello si aggiunge a questa vicenda. La procura di Lodi ha aperto un’inchiesta conoscitiva per ricostruire le dinamiche sulla diffusione del coronavirus e sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi, zona ritenuta il focolaio del virus. La ormai nota zona rossa.

I carabinieri del Nas (Nucleo Antisofisticazione) di Cremona sono apparsi all’ospedale di Lodi per eseguire accertamenti nell’ambito dell’indagine sulle procedure adottate in questo ospedale e in quello di Codogno per evitare il dilagare del virus. Non solo, questa notte i militari per la tutela della salute di Cremona hanno fatto visita con diversi uomini anche in altri ospedali lodigiani. L’ispezione è iniziata ieri in giornata a Codogno per poi proseguire nel nosocomio di Casalpusterlengo. E concludersi nella notte all’ospedale Maggiore di Lodi. L’obiettivo delle ispezioni è comprendere le dinamiche di diffusione del virus e ricostruire esattamente cosa sia successo negli scorsi giorni. Con la finalità di prevenire ulteriori trasmissioni della malattia.

Tra le polemiche che colpiscono il governo e i presidenti delle singole regioni, non è possibile non citare il caso Marche. È una sfida in piena regola allo Stato centrale quella del governatore, Luca Ceriscioli, del Pd, che ha deciso la chiusura delle scuole fino al 4 marzo. Anche se nella sua regione non esistono per ora casi accertati di coronavirus. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha scelto la linea dura per impedire altre fughe in avanti, annunciando che impugnerà il provvedimento.

Ma Ceriscioli, presidente di una regione che andrà al voto in primavera, e in polemica con il suo partito incerto sulla sua ricandidatura, non ci sta a tornare indietro sui suoi passi. E a Circo Massimo su Radio Capital afferma: “Noi andiamo avanti. Se la mia sia una sfida al governo, non dipende certo da me”.

In questo quadro irrompe anche Matteo Salvini: “Incredibile e vergognoso lo scontro fra governo Pd e regione Pd sulla pelle dei marchigiani!”. Il leader della Lega è già con un piede nella prossima campagna elettorale.

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