Provocarono l'aborto di una donna al sesto mese di gravidanza, simulando un incidente stradale, per accaparrarsi il risarcimento previsto dalla polizza assicurativa automobilistica. Così 4 persone coinvolte in una maxi truffa ai danni dello Stato sono finite dietro le sbarre con l'accusa di omicidio volontario e premeditato.
Le condanne nei confronti di Sergio Garasto (58 anni), Stefania Russo (42 anni), Nunziatina Falcone (47 anni) e Piero Andrego Zangaro (38 anni) sono state emesse nella mattinata del 17 febbraio dalla Corte d'Assise di Cosenza inanzi al presidente Paola Lucente, con a latere il giudice Luigi Branda. La vicenda si inserisce all'interno dell'operazione Medical Market coordinata dalla procura di Castrovillari che, in totale, ha coinvolto ben 144 persone con 101 soggetti imputati. Una vera e propria associazione criminosa composta da medici, avvocati e assicuratori con un giro d'affari di circa 2 milioni di euro.
I fatti risalgono alla notte tra il 15 e il 16 maggio del 2012. Poco dopo le ore 22, il medico Sergio Garasto invita i carabinieri a raggiungere il nosocomio di Corigliano. Una donna, Stefania Russo, ha dato alla luce un bimbo che è morto qualche istante dopo essere venuto al mondo. La partoriente racconta di essere stata coinvolta in un incidente stradale lungo la statale 106, tra Schiavonea e Sibari. Ad accompagnarla in ospedale c'è Nunziatina Falcone, che sostiene di essere stata avvertita del sinistro al telefono. Ma la disamina dei tabulati telefonici, resa necessaria a seguito dell'apertura di un'indagine chiarificatrice, rivela che tra le due donne non vi sono stati contatti prima delle 23.15. Inoltre, attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza cittadina, non risultano segni di infrazione o di scontri tra vetture nel luogo della segnalazione. Il caso si infittisce al punto da lasciar intendere ad una messa in scena architettata ai fini di lucro. E, ben presto, ulteriori investigazioni sulla vicenda confermano le ipotesi di una simulazione messa appunto da un nutrito sodalizio criminoso. Il finito sinistro, infatti, è stato regolato con la complicità dei medici dell'ospedale di Corigliano, tra i quali Pietro Andrego Zangaro, e la compiacenza delle due donne coinvolte. L'aborto, a detta degli inquirenti, sarebbe stato indotto meccanicamente (mediante la tecnica del pinzamento) e attraverso la somministrazione di farmaci abortivi. Il nascituro, una volta venuto alla luce, sarebbe stato poi lasciato morire al fine di portare a termine il disegno criminoso.
In virtù di quanto accertato, quest'oggi, la Corte d'Assise di Cosenza, concesse le attenuanti generiche, ha condannato
alla pena di 25 anni di reclusione Sergio Garasto, 24 anni Stefania Russo, 23 anni per Nunziatina Falcone e Piero Andrea Zangaro. I reati contestati agli imputati sono di omicidio volontario e premeditato.
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