Manca ormai meno di un mese all’inizio dell’estate, anche se il caldo già si fa sentire, e in molti si domandano a cosa andremo incontro. I dubbi sono tanti, sia per quanto riguarda una eventuale vacanza, anche se breve, data la crisi economica che ha investito l’Italia, sia soprattutto per ciò che concerne l’andamento epidemico. Il Covid infatti non ha ancora lasciato il nostro paese e, anzi, il rischio che le riaperture dei confini regionali siano rimandate è tangibile. Soprattutto parlando di regioni settentrionali, dove i livelli di guardia sono ancora alti. Anche se, c’è da dirlo, i miglioramenti ci sono stati anche al Nord.
Tra 20 giorni sapremo che estate ci aspetta
A mantenere ben saldi i piedi per terra e a non esagerare con l’ottimismo ci pensa il dottor Massimo Magnanti, direttore del Pronto soccorso del San Filippo Neri, ospedale covid, che, in una intervista al Messaggero, ha fatto il punto della situazione. I dati dei contagi sono rassicuranti considerando gli ultimi tre mesi e il tempo trascorso dal 4 maggio ma, come sottolineato da Magnanti, “la vera riapertura ai contatti sociale è di lunedì 18 quindi bisognerà aspettare una ventina di giorni per capire come si sta comportando il virus e quale estate ci aspetta”. Non è quindi il momento di abbassare la guardia e festeggiare, neanche se fossimo già a fine mese o ai primi giorni di giugno. Se il virus continua a essere presente nel nostro paese dobbiamo continuare a utilizzare le mascherine, il distanziamento e il lavaggio accurato e frequente delle mani.
Il virus non è scomparso
Diversi esperti hanno parlato nei giorni scorsi di una mutazione del coronavirus, o comunque di una perdita di carica virale, fino a profetizzare addirittura la sua scomparsa. Impensabile per Magnanti, soprattutto di fronte a una emergenza di livello mondiale. Il fatto che vi siano meno pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva fa pensare che le cure per fronteggiare il Covid siano migliorate nelle ultime settimane. Il medico ha spiegato che “anche se il farmaco risolutore ancora non esiste, sono stati messi insieme, via via, tanti pezzi di cure, compresa quella sierologica, che permettono una migliore gestione dei pazienti e, quindi, anche terapie più calibrate e congeniali alle singole situazioni”.
Finché non si troverà un vaccino e una cura efficace dovremo abituarci a convivere con questo nuovo stile di vita. Ancora non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi, ma, secondo Magnanti, tra una ventina di giorni potremo avere un’idea di che estate co dovremo aspettare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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