"Via il profugo violento". Ma il Tar obbliga la coop a tenerlo nella struttura

Il nigeriano è violento: revocato il diritto di accoglienza. Ma il Tar obbliga la coop a reintegrarlo: "Nessuno ha ascoltato la sua versione"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Il profugo nigeriano cacciato dalla cooperativa, perché il suo comportamento era considerato troppo violento e ingiurioso, vince la "causa" davanti al Tar che annulla il provvedimento di revoca delle misure di accoglienza e che, praticamente, dispone il suo reintegro nella stessa struttura o in una analoga.

Tutto ha inizio quando lo straniero, 45 anni, ospite della cooperativa "La Goccia", di Imperia, lamenta una serie di inadeguatezze dell'alloggio in cui vive con moglie e due bambini molto piccoli. Partono così le rimostranze: una volta perchè manca la luce; un'altra perchè fa freddo; e poi, perchè il cibo somministrato ai bambini non è adeguato alla loro età. L'uomo lamenta anche il fatto che uno dei due bambini ha problemi di intolleranze alimentari, forse è celiaco, quindi deve seguire una dieta particolare.

Dai oggi e dai domani, la rimostranze assumono sempre più un tono litigioso, col nigeriano da una parte che viene considerato il classico rompiscatole che si lamenta per problemi inesistenti e dall'altra, lo stesso straniero che accusa gli operatori di fregarsene della propria famiglia, con i bambini che continuano ad ammalarsi di influenza. I toni si fanno sempre più aspri, finché la cooperativa non presenta una segnalazione alla Prefettura di Imperia. A quanto pare sono volati minacce e insulti.

L'Ufficio di governo revoca così la misura di accoglienza nei confronti dell'uomo che viene invitato ad uscire dalla struttura, mentre moglie e figli possono restare. Tutto bene se non fosse - come sottolineato anche dall'avvocato della difesa, Davide La Monica - che il provvedimento viene emesso "inaudita altera parte", senza insomma aver ascoltato anche l'altra campana. "Gli è stata preclusa la possibilità di difendersi - afferma il legale - pertanto abbiamo presentato ricorso al Tar della Liguria, che ci ha dato ragione. Senza dimenticare, poi, che con quel provvedimento è stata anche divisa una famiglia".

Il nigeriano, dunque, è tornato in possesso del diritto all'accoglienza. Con questo non significa che non si sia mai comportato in modo violento o ingiurioso, ma per legge non poteva essere allontanato dalla struttura. La prossima mossa tocca ora alla prefettura.

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