"Pronto a morire per la razza bianca". Arrestato suprematista in Puglia

Il giovane aveva legami con l’organizzazione terroristica statunitense “The Base”. Le indagini della polizia sono partite nel 2021

"Pronto a morire per la razza bianca". Arrestato suprematista in Puglia

È originario di Acquaviva delle Fonti il 23enne Luigi Antonio Pennelli arrestato dalla polizia nelle scorse ore in Puglia con le accuse di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Il giovane, che abita a Sammichele di Bari, utilizzava il canale “Sieg Heil” per promuovere contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazista, fino a dichiararsi pronto al sacrificio estremo per “la difesa della razza bianca” e a compiere imprecisate azioni violente. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis su richiesta del procuratore Roberto Rossi, del procuratore aggiunto Francesco Giannella e del sostituto Ignazio Francesco Abbadessa.

Le intercettazioni ambientali

L'indagine è stata avviata nel 2021 dopo una segnalazione della Digos di Bari a seguito di un monitoraggio sul web svolto dall'Aise su ambienti suprematisti di estrema destra. É stata quindi rintracciata una chat di Telegram collegata al canale “Sieg Hei”', sulla quale era attivo l'indagato, che diffondeva materiale propagandistico antisemita e di matrice nazionalsocialista. Grazie alle intercettazioni ambientali e all’analisi telematica dei device sequestrati nel corso di perquisizione domiciliare eseguita presso l'abitazione dell'indagato, le indagini hanno consentito di documentare l'appartenenza del ragazzo all'organizzazione terroristica suprematista statunitense “The Base”. L'analisi dei supporti informatici ha evidenziato, inoltre, spiega una nota, riferimenti alla volontà di procurarsi armi, nonché la capacità di costruire ghost gun, armi che di solito vengono acquistate in kit senza alcuna tracciabilità, da realizzare in prospettiva attraverso l'acquisto di una stampante 3D. Il giovane è ritenuto dagli investigatori capace "di aggirare i controlli delle Autorità" e di non lasciare traccia sul web mediante "azioni di bonifica, sapientemente reiterate in brevi lassi temporali dall'indagato". Con queste motivazioni si è resa necessaria, secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip del tribunale del capoluogo pugliese la custodia cautelare in carcere. Nella chat di Telegram "Sieg Heil", inoltre, l'indagato ha condiviso un video nel quale, è riportato negli atti giudiziari, "verrebbero rivolte anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre".

I legami con la cellula terroristica “The Base”

L'indagine ha permesso di interrompere l'azione criminale del giovane suprematista radicalizzatosi in Puglia e in tutta Italia attraverso il web. Successivamente il 23enne è entrato in contatto con il leader dell'organizzazione terroristica “The Base”, che, considerandolo parte del disegno terroristico collettivo, lo ha indottrinato per diffondere valori, schemi e obiettivi del sodalizio anche in Italia, in modo che lo stesso proseguisse nell'attività di proselitismo sul territorio nazionale. Nel corso dell'inchiesta sono stati acquisiti solidi riscontri grazie non solo ai servizi tecnici, ma anche attraverso una articolata attività di analisi investigativa della documentazione informatica sequestrata nel corso di una precedente perquisizione svolta presso l'abitazione dell'indagato, resa particolarmente complessa dalle contromisure adottate dal giovane per garantire la "sicurezza" delle proprie comunicazioni.

Il piano del suprematista

È stato riscontrato che l'indagato, agendo in Italia come lone wolf, era pronto al sacrificio estremo a difesa della razza bianca, presentandosi come unico referente del movimento sul territorio nazionale tanto da indurre gli aspiranti adepti a contattarlo come tale. Aveva costruito la propria identità informatica come “Comandante della Base”, primo caso in Italia; diffondeva il materiale propagandistico del gruppo rimodulandolo e traducendolo in lingua italiana e aveva creato un'entità composta da tre-quattro membri secondo i dettami del sodalizio organizzandone l'attività sul web e proponendosi in prima persona per l'esecuzione di azioni violente. L'intenzione di costituire una cellula di tale associazione terroristica nel nostro Paese ha trovato conferma nella disponibilità da parte del giovane di armi, sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare. Su queste ultime nonché sulle relative custodie sono state rinvenute iscrizioni riportanti caratteri dell'alfabeto runico e i nomi di noti suprematisti responsabili degli attacchi terroristici di Traini, Breivik e Tarrant.

Allarmanti sono le ricorrenze, spiegano gli inquirenti, tra questo materiale e quello utilizzato da Payton Gendron, statunitense di 18 anni, autore dell'attentato commesso a Buffalo, negli Stati Uniti, il 14 maggio scorso, quando ha assassinato dieci persone ferendone tre sparando in pieno centro cittadino.

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