Prosciolto Gigi D'Alessio: era sotto processo per rapina

La Procura di Roma ha prosciolto Gigi D'Alessio per intervenuta prescrizione. Il cantante era accusato di avere derubato due paparazzi che lo molestavano

Prosciolto Gigi D'Alessio: era sotto processo per rapina

Non fu rapina, ma un "un arbitrario esercizio delle proprie ragioni". Il cantante neo-melodico Gigi D'Alessio è stato prosciolto dalla prima sezione penale della procura da Roma per una vicenda risalente al 2007. Il compagno di Anna Tatangelo, per il quale il pm Cristiana Macchiusi aveva chiesto un condanna a 3 anni di carcere, era accusato di avere derubato due paparazzi delle loro macchine fotografiche.

D'Alessio si era sempre proclamato innocente, sostenendo che gli strumenti di lavoro dei due fotografi gli "erano stati consegnati spontaneamente per verificare che non fossero state scattate delle fotografie".

Il proscioglimento, avvenuto grazie all'istituto giuridico della prescrizione, è il secondo di fila per l'artista napoletano, che era stato messo sotto processo per la stessa vicenda per il reato di lesioni. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati Francesco Compagna e Gennaro Malinconico: la sentenza "dovrebbe porre fine a una vicenda processuale trascinatasi per oltre 10 anni".

I fatti per cui D'Alessio è stato processato si riferiscono all'11 gennaio 2007. Due paparazzi si erano appostati fuori dall'abitazione romana dell'autore di "Neve" e "Tu che ne sai" per fotografarlo insieme alla sua nuova fidanzata, la cantante Anna Tatangelo. Accortosi della loro presenza, D'Alessio si era avvicinato ai due fotografi invitandoli con forza ad allontanarsi.

Di fronte al loro rifiuto D'Alessio - insieme al suo collaboratore Antonio De Maria, anch'egli prosciolto - aveva dato in escandescenze, strattonandoli e chiedendo loro di dargli le macchine fotografiche.

Secondo la versione del cantante, "non presi le loro attrezzature per impadronirmene, ma furono loro a darmele per dimostrare che non avevano fatto alcuno scatto". Inoltre, D'Alessio aveva aggiunto che "i borsoni con gli apparecchi li diedi poi ai carabinieri che successivamente stesero un regolare verbale".

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