Da quando hanno avuto fine i giorni scandagliati dal lockdown anche le Ong hanno ripreso la loro attività nel mar Mediterraneo seguendo le rotte attraversate dai barchini di numerosi migranti. Come i fatti di cronaca dei giorni scorsi raccontano, le navi delle Ong hanno acceso i motori in mare portando al termine le missioni intraprese. Fra le navi appartenenti alle Organizzazioni Non Governative, vi è anche la Mare Jonio della Mediterranea Saving Humans. L’Ong battente bandiera italiana è tornata ad operare il 19 giugno scorso recuperando 43 migranti a bordo di un barchino a 48 miglia a sud ovest di Lampedusa. L’operazione effettuata quel giorno è stata la prima dopo la fase del lockdown ma soprattutto la prima dopo il dissequestro avvenuto il 5 febbraio scorso. Dopo l’operazione del 19 giugno, la Mare Jonio è tornata a svolgere la sua attività lunedì 29 recuperando 43 migranti a circa 40 miglia dalla città libica di Zuara.
Da qui l'inizio del viaggio verso Pozzallo per farvi sbarcare i migranti. Poi invece un'inversione di rotta con direzione verso il porto di Augusta perché nei centri di accoglienza del ragusano non ci sono più posti per tutta questa settimana. Al loro interno infatti vi sono altri migranti che stanno già trascorrendo il periodo della quarantena prima di essere trasferiti altrove. Dunque nella giornata di mercoledì lo sbarco dei migranti nel porto di Augusta e il loro successivo trasferimento nel centro di accoglienza di Noto, sulla terraferma. Ma dai primi accertamenti eseguiti sui nuovi arrivati, per otto di loro vi è stato l’esito positivo al tampone che accerta la presenza del coronavirus. Scattata l’allerta, per i membri dell’equipaggio della Mare Jonio è stato emesso l’ordine di dover osservare il periodo di quarantena. Inutile a dirsi, la notizia ha suscitato diverse polemiche per via dei rischi sulla salute dei cittadini italiani.
La storia della Mediterranea Saving Humans
La Mediterranea Saving Humans è l’unica Ong di origine italiana nata nell’ottobre del 2018. Essa si avvale di una serie di navi battenti bandiera italiana con l’obiettivo di soccorrere migranti nel mar Mediterraneo ed, in special modo, quelli che percorrono la rotta libica. Viste le sue origini le navi che l’Ong utilizza avrebbero una marcia in più rispetto a quelle battenti bandiera straniera e dunque rispetto agli “ostacoli” previsti dal decreto sicurezza dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Per realizzare questo progetto made in Italy, i promotori sono riusciti anche ad ottenere un prestito di 400 mila euro da banca Etica riuscendo a comprare sia la “nota” Mare Jonio che il veliero Alex. Ma non solo,gli ideatori dell’iniziativa per ottenere il prestito hanno beneficiato di due garanti i cui nomi appartengono a personaggi di spicco del periodo: l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il deputato di LeU Erasmo Palazzotto.
Tra le attività dell’Ong, vi è in primis quella che ha come scopo quella di prestare soccorso ai migranti che intraprendono i viaggi della speranza lungo il “mare nostrum”, ma non solo. L’Ong italiana infatti porta avanti l’ideologia vicina ai movimenti denominati “no borders” opponendosi a quelle politiche di controllo dei flussi delle migrazioni umane.
Le missioni e le vicende giudiziarie
Superata la fase burocratica e i problemi di carattere tecnico, la Mediterranea Saving Humans il 15 marzo del 2019 si dichiara pronta ad operare partendo dal porto di Palermo. Pochi giorni dopo, il 17, compie la prima missione vicino la Libia e arriva a Lampedusa. Sfidando il decreto sicurezza e l’Alt imposto dalla guardia di finanza, la nave entra in acque territoriali italiane e quindi nel porto dell’Isola.
Qui i migranti scendono sulla terraferma mentre l’imbarcazione viene sottoposta a sequestro. La procura di Agrigento apre un’inchiesta per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A finire nel registro degli indagati sono il comandante Pietro Marrone e Luca Casarini, quest’ultimo, capo missione della nave Mare Ionio. Il dissequestro avverrà nell’aprile del 2019 mentre l’archiviazione del caso nel gennaio del 2020. Dopo il dissequestro, la Mare Jonio torna operativa nel Mediterraneo nel maggio del 2019.
Qui compie un’altra missione mettendo a bordo 40 migranti recuperati nelle acque libiche e poi si dirige verso Lampedusa dove, dopo aver superato il limite delle 12 miglia a sud dell’isola, viene raggiunta dalle motovedette della guardia di finanza ,“scortata” fino al porto e sottoposta a sequestro. Dunque un altro stop durato per 3 mesi. Il 12 agosto la nave italiana scalda i motori seguendo sempre la stessa rotta e il 30 trasborda in nave 34 migranti. Il copione è lo stesso: sfida il decreto sicurezza e, una volta entrata in acque italiane, viene sequestrata. Il dissequestro avverrà il 5 febbraio 2020 e a fermarla sarà il lockdown.
Cosa aspettarsi dall’Ong nei prossimi mesi
La Mediterranea Saving Humans potrebbe essere tra le Ong protagoniste della prossima estate, proprio come lo è stata anche di quella passata. Soprattutto dalla Mare Jonio potrebbero arrivare molti dei migranti che, durante il periodo della bella stagione, approderanno nel nostro Paese tramite le navi delle organizzazioni. E questo perché, in primo luogo, i membri di Mediterranea sono sempre apparsi tra i più determinati ad andare nel tratto di mare dove scorre imperterrita la rotta libica dell’immigrazione. A dimostrarlo sono le tante dichiarazioni rese dallo stesso Luca Casarini, il volto più conosciuto dell’Ong.
Del resto, come sottolineato in precedenza, nel marzo del 2019 è stato proprio l’equipaggio a bordo della Mare Jonio a sfidare per la prima volta il decreti sicurezza di Matteo Salvini. In qualche modo, è stata la Mediterranea ad inaugurare una delle stagioni più drammatiche, sotto il profilo politico, inerenti l’emergenza migratoria. Ed è proprio l’aspetto politico l’altro elemento da non trascurare. Come detto, la Mediterranea Saving Humans è la prima e finora unica organizzazione non governativa italiana ad effettuare missioni in mare. Questo ha reso l’Ong un vero e proprio punto di riferimento per quello schieramento culturale e politico favorevole all’attività delle navi che intercettano migranti a largo della Libia.
Non è un caso che il capomissione della Mare Jonio a luglio era il parlamentare di LeU Erasmo Palazzotto, il quale risulta assieme a politici quali Nichi Vendola uno dei garanti del prestito di Banca Etica che ha permesso all’Ong di avviare le proprie attività. Forte di questi appoggi, Mediterranea potrebbe quindi puntare ad operare con sempre più missioni a largo della Libia. L’organizzazione ha poi ricevuto un importante endorsement lo scorso 10 aprile, quando dal Vaticano Papa Francesco ha scritto una lettera ai membri di Mediterranea ringraziandoli per la loro opera: “Grazie per tutto quello che fate – è uno dei passaggi chiave della missiva di Bergoglio – Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre”.
Una lettera che è giunta a risposta di quella inviata, qualche giorno prima, dallo stesso Luca Casarini a nome di tutti i membri dell’Ong ed in cui veniva espresso rammarico per gli ostacoli creati dai vari governi all’attività di soccorso in mare. Si era infatti in pieno lockdown, l’Italia aveva dichiarato i propri porti non sicuri e Mediterranea scalpitava per tornare nelle acque solcate dai migranti.
Dettagli ed elementi quindi che ben fanno comprendere le velleità per le prossime settimane da parte dell’Ong italiana. A Pozzallo i primi migranti quest’anno sono già stati portati, ma quella dei giorni scorsi non sarà l’unica e l’ultima missione da parte dei Mediterranea.
In un momento in cui a livello politico si sta spingendo per la modifica dei decreti sicurezza di Salvini ed in cui molte Ong, nonostante l’emergenza sanitaria niente affatto archiviata, appaiono molto attive, il ruolo in tal senso di Mediterranea potrebbe essere significativo sotto vari aspetti. Non ultimo quello di contribuire a premere, tramite l’afflusso di migranti in Italia, verso politiche più accondiscendenti nei confronti delle Ong.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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