Pubblicata l'enciclica "Laudato sì": ecco i "comandamenti" verdi di Francesco

"È l'ora della decrescita". Dai cambiamenti climatici a cibi transgenici: papa Francescopresenta l'enciclica verde "Laudato sì"

Pubblicata l'enciclica "Laudato sì": ecco i "comandamenti" verdi di Francesco

Dall'inno alla decrescita alla minaccia della guerra nucleare. Dai cambiamenti climatici ai cereali transgenici. Arriva Laudato sì, l'enciclica no global che racchiude i "comandamenti" verdi di papa Francesco. Una profonda critica alle logiche di mercato che muove anche dal "salvataggio ad ogni costo delle banche" compiuto "facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema". Tutto questo, si legge nell'enciclica, "riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura". La Laudato sì mette nero su bianco la necessità di un profondo cambiamento nell'ordine economico. "Oggi, pensando al bene comune - spiega il Santo Padre - abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana".

Questa mattina è stata presentata in Vaticano la nuova enciclica di papa Francesco dedicata ai temi dell'ecologia. Il titolo è tratto dall'incipit del Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi. Nella premessa, nei sei capitoli e nelle due preghiere finali, Jorge Mario Bergoglio indica dieci "assi portanti" per la difesa dell’ambiente, la lotta all’inquinamento, gli interventi sul cambiamento climatico, l’uso delle tecnologie. "Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?", è forse l'interrogativo più inquietante dell'attesa e controversa enciclica le cui idee forza sono semplici e molto chiare: l'intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Per il Papa, interrogarsi "sulla cura della casa comune" non significa guardare all’ambiente "in modo isolato". "Non si può, infatti - dice il papa - porre la questione in maniera parziale", senza interrogarsi cioè sul senso dell’esistenza e sui valori, se vogliamo che "le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti".

Aborto e gender incompatibili con la decrescita

Per Bergoglio "la difesa della natura non è compatibile con la giustificazione dell’aborto". Da qui la critica nei confronti di chi, "invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, si limitano a proporre una riduzione della natalità". "Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di 'salute riproduttiva'", denuncia Francesco che definisce "preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana". "Spesso - inoltre - si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo". Mentre, scrive Francesco riguardo alla teoria del gender, "non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa".

L'ora della decrescita

Davanti ai rischi legati ai cambiamenti climatici e alla prospettiva di possibili guerre per le risorse che si stanno esaurendo, "è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perchè si possa crescere in modo sano in altre parti". Papa Francesco ncita anche Benedetto XVI per ribadire che è "necessario che le società tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti caratterizzati dalla sobrietà, diminuendo il proprio consumo di energia e migliorando le condizioni del suo uso". Secondo Bergoglio, "affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale". Cosa che dovrebbe portare a riflettere responsabilmente "sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni". "Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso", scrive il Santo Padre avvertendo come, su questo tema, le vie di mezzo siano "solo un piccolo ritardo nel disastro". "Semplicemente - spiega - si tratta di ridefinire il progresso: uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso". D’altra parte, ragiona papa Francesco, "molte volte la qualità reale della vita delle persone diminuisce, per il deteriorarsi dell’ambiente, la bassa qualità dei prodotti alimentari o l’esaurimento di alcune risorse, nel contesto di una crescita dell’economia". E "in questo quadro, il discorso della crescita sostenibile - denuncia infine - diventa spesso un diversivo e un mezzo di giustificazione che assorbe valori del discorso ecologista all’interno della logica della finanza e della tecnocrazia, e la responsabilità sociale e ambientale delle imprese si riduce per lo più a una serie di azioni di marketing e di immagine".

Il rischio della guerra nucleare

Negli ultimi mesi papa Francesco ha parlato spesso di "terza guerra mondiale combattuta a pezzi", ma nell’enciclica Laudato sì la denuncia di una possibile catastrofe ambientale è ancora più esplicita. "La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche", scrive il Pontefice con parole che non compaiono nella bozza anticipata nei giorni scorsi con la rottura dell’embargo giornalistico sul testo. Bergoglio ipotizza anche la causa scatenante di questo possibile disastro: "È prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni". Secondo il Papa, inoltre, "nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali". Per questo l’enciclica chiede alla politica "maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti". "Ma il potere collegato con la finanza - rileva con amarezza Francesco - è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute". "Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?", è la domanda che il documento suggerisce alla riflessione dell’opinione pubblica mondiale.

La crisi finanziaria del 2007-2008 poteva diventare, nota il Pontefice, "l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo".

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