Se l'inquinamento dei mari è un'emergenza, soprattutto per la fauna marina, ecco che entrano in azione i droni per un monitoraggio approfondito e per il salvataggio delle tartarughe. È l'ultima trovata del centro recupero tartarughe marine Wwf di Molfetta, nel nord Barese. L'iniziativa rientra nell'ambito del programma "Life Euro turtles", un progetto europeo di ricerca scientifica coordinato dalle università "La Sapienza" di Roma e di Pisa.
In particolare in Puglia verranno utilizzati due droni e l'area di studio sarà quella della provincia Bat, tra Bari e Foggia. Molfetta, Zapponeta, Trani, Bisceglie e Margherita di Savoia sono le coste che verranno monitorate per vedere lo stato di salute e le varie attività delle tartarughe marine che popolano quelle acque.
"I droni sorvoleranno a 70 metri di altezza. Questo ci darà la possibilità di monitorare la presenza di tartarughe sia vive che morte presenti sulla superficie marina. Avremo, inoltre, la possibilità di monitorare la quantità di macro plastiche presenti in questa porzione di mare" ha dichiarato al quotidiano regionale la "Gazzetta del Mezzogiorno" Pasquale Salvemini, responsabile del centro recupero tartarughe marine Wwf di Molfetta, Comune della provincia di Bari.
L'utilizzo dei droni sarà anche un modo per comprendere meglio come interagiscono tra loro le tartarughe elette a simbolo di longevità e di libertà il 22 aprile scorso, il giorno dedicato alla Terra da Legambiente.
È proprio nelle acque del Nord Barese che si trova la più grande tartaruga marina del mondo in fase di estinzione. Si chiama Liuto. E mai come ora e in Puglia si sente l'esigenza di tutelare questa specie. Ma il problema della tutela delle tartarughe non è solo pugliese. Ma comprende in generale tutto il Mezzogiorno.
Il Giornale di recente ha raccontato la storia di Afrodite, diventata simbolo dell'inquinamento dei mari. Arrivata nel centro recupero tartarughe marine di Brancaleone (in provincia di Reggio Calabria) in condizioni gravissime. Trainava, impigliati alle sue pinne, un cerchione di bicicletta e molti metri di lenza da pesca. Questo ha compromesso il movimento e l’utilizzo delle pinne anteriori, purtroppo già in cancrena al momento del ritrovamento. L'arto sinistro è già stato amputato il 28 marzo scorso, e si sta cercando, giorno dopo giorno, di salvare quel che resta della sua pinna destra.
Purtroppo le sue condizioni restano gravi perché Afrodite è stata avvistata e salvata dopo mesi e mesi di agonia in mare. L'utilizzo, pertanto, dei droni potrebbe essere anche quello di prevenire storie come quella di Afrodite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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