Uno scambio di culle all'ospedale di Canosa che potrebbe costare alla Regione Puglia fino a nove milioni di euro. A tanto ammonta la richiesta di risarcimento danni avanzata da una ragazza di 26 anni e da genitori e fratelli da cui è stata allontanata, per errore, sin dalla nascita. La prima udienza in tribunale si sarebbe dovuta tenere nei giorni scorsi, ma è stata rinviata ai primi di settembre.
La storia è stata raccontata da La Gazzetta del Mezzogiorno. Lo scambio è stato accertato da un test del Dna, che si è ritenuto necessario quando una delle due si è resa conto, su Facebook, di assomigliare alla sorella dell'altra; che a sua volta somigliava troppo a quella che doveva essere sua madre.
L'infanzia di nessuna delle due è stata semplice.
La prima si è ritrovata in una famiglia che non accettava, a 18 anni è fuggita e ha sposato un nuomo più grande e con un grado di istruzione molto modesto.
L'altra è stata respinta e poi abbandonata - insieme ai fratelli - dalle persone che credeva suo padre e sua madre. Dopo aver vissuto in condizioni difficilissime, è finita in un orfanotrofio, per poi essere adottata da una famiglia di Foggia. Sono quelli che adesso, lei, considera i suoi veri genitori, perché gli altri non li vede più da ormai 10 anni. Il papà e la madre biologica - scrive il loro avvocato, Salvatore Pasquadibisceglie -"hanno cercato di instaurare un rapporto soddisfacente con la figliasenza ottenere il risultato sperato": un tentativo difficile perché lei è animata "da un forte senso di riconoscenza nei confronti dei genitori adottivi".
La
ragazza adesso chiede 3 milioni di risarcimento (2 milioni ciascuno li chiedono la sua vera madre, il suo vero padre e il suo vero fratello).Ma nessuna cifra, di certo, le ripagherà quello che è stata costretta a subire.
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