Ucciso per uno "sguardo di troppo". Sarebbe questo il retroscena relativo all'omicidio di Leonardo Muratovic, il pugile 26enne di origini croate accoltellato nella notte tra venerdì e sabato sul litorale di Anzio. L'area dove si è consumato il delitto è stata circoscritta con i nastri della polizia scientifica ma l'identità dell'assassino resta ancora sconosciuta. Gli inquirenti hanno già sentito alcuni testimoni, inclusa la fidanzata della vittima. Intanto, il padre del pugile è stato arrestato per aver accoltellato due buttafuori del locale: l'ipotesi di reato contestata al 56enne è di tentato omicidio.
L'omicidio
Una rissa tra comitive antagoniste sfociata nel sangue. Da una prima ricognizione, risulta che Muratovic è stato ucciso attorno alle ore 2 del mattino, all'esterno del locale La Bodeguita, sul litorale di Anzio. Secondo quanto riporta il Corriere.it, il pugile sarebbe rimasto coinvolto in un violento tafferuglio per futili motivi: forse uno "sguardo di troppo". Il ragazzo è stato poi colpito con una coltellata al petto giungendo in fin di vita all'ospedale Riuniti, dove è morto nelle ore successive al ricovero. A fronte delle testimonianze raccolte, gli inquirenti escludono la pista di una contesa per spaccio (ipotesi ventilata nelle ore successive alla tragedia). Pare, infatti, che il 26enne fosse incensurato ed estraneo agli ambienti della criminalità.
La movida violenta
Anzio e la confinante Nettuno sono ormai terra di conquista della criminalità organizzata. Lo scorso febbraio, 65 persone sono finite in manette nell'ambito della "Operazione Tritone" che ha rilevato infiltrazioni 'ndraghetiste nelle amministrazioni locali. Criminalità a parte, che resta una delle maggiori criticità del litorale laziale, cresce la preoccupazione dei residenti per la movida violenta. "Ogni sera o quasi succede qualcosa davanti a quel locale - racconta al Corriere una signora che vive in un appartamento a pochi metri da La Bodeguita -. Vengono quelli di Aprilia e si scontrano con quelli di Anzio. Fino a notte fonda ci sono migliaia di ragazzi in spiaggia". L’ex chiosco del lido omonimo negli anni è diventato un ritrovo per aperitivi e per musica all’aperto fino a notte inoltrata.
"Vedevo spesso fuochi d’artificio e non capivo cosa ci fosse da festeggiare. - ha concluso la donna - Poi mi hanno spiegato che segnalano l’arrivo della droga. Anche ieri deve essere andata così".
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