Papa Francesco è tornato a parlare della guerra in Ucraina. In una lunga intervista pubblicata dalla Stampa che ha rilasciato a dieci direttori delle riviste culturali europee della Compagnia di Gesù, alla precisa domanda su quali siano i giusti consigli per comunicare alla gente quello che stiamo vivendo e come si possa fare ad avere un futuro di pace, il Santo Padre ha risposto che bisogna allontanarsi "dal normale schema di 'Cappuccetto rosso': Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo", riferendosi, con questa metafora, ai protagonisti del conflitto: da un lato c'è Putin, dall'altro l'Ucraina ma soprattutto la Nato che rifornisce Kiev di armi per vincere il comune nemico.
La guerra in Ucraina
Prima che il giornalista potesse domandargli a cosa si stesse riferendo, Papa Bergoglio ha intuito che le sue parole andavano spiegate in maniera chiara ed esaustiva più che altro per non dare adito a fraintendimenti. "Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere", specifica chiaramente Sua Santità, aggiugendo di essere "semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi".
In questo teatro quotidiano di guerra, Papa Francesco afferma che "non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro". Due mesi prima che scoppiasse il conflitto, Bergoglio racconta di aver incontrato un Capo di Stato del quale non va il nome ma che descrive come "un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio". Dopo aver conversato su alcuni argomenti, questo capo di governo gli ha confidato di essere "molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato". Al perché del Papa, rispose che stavano "abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro", concludendo che la situazione avrebbe potuto portare a un conflitto. E così è stato, visto che il 24 febbraio è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina. "Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo".
Il piano per la pace
Papa Francesco sa bene che le truppe russe hanno invaso l'Ucraina con "ferocia" e "crudeltà" ma non bisogna "dimenticare i problemi per provare a risolverli". Da qui ricorda la conversazione con il patriarca Kirill, durata ben 40 minuti, anche se sarebbe stato meglio incontrarlo il 14 giugno, in pratica oggi, a Gerusalemme.
La guerra ha messo i bastoni tra le ruote al dialogo tra il Capo della Chiesa cristiana e quello della Chiesa ortodossa e il loro incontro sarà rinviato per non essere frainteso. "Spero di incontrarlo in occasione di un’assemblea generale in Kazakistan, a settembre. Spero di poterlo salutare e parlare un po’ con lui in quanto pastore", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.