Nichilismo, una parola comparsa alla metà dell'Ottocento per indicare la volontà di un rinnovamento radicale eliminando gli abusi, le ingiustizie e le ineguaglianze. Ma mentre nei movimenti politico-religiosi concreti alla fase distruttiva segue una ricostruzione positiva, nel nichilismo domina il negativo. Nel mio libro Movimento e istituzione dopo aver esaminato centinaia di movimenti avvenuti nel corso della Storia ho notato che in tutti c'è uno stesso schema. Oggi invece è in atto un processo inverso. Negli Usa il politically correct e il movimento cancel fanno esplodere i cento gruppi etnici in una comune condanna contro la colonizzazione occidentale, ma senza un progetto di futuro. In Europa dove le identità culturali sono più grandi e vigorose è la burocrazia di Bruxelles che si è posta il compito di distruggere le differenze, di cancellare le tradizioni europee e quindi la sua identità modificando il linguaggio, come abbiamo visto in questi giorni in cui ha tentato di eliminare parole sacre nella religione cristiana come Natale e Maria. Una negazione che lascia un vuoto. Perché vogliono cancellare tutta la nostra storia, le nostre radici? Per creare un popolo vuoto, insicuro, cioè il niente. Ma chi sono questi nichilisti? Burocrati di ogni nazione, di ogni gruppo etnico, senza una fede o una ideologia che vogliono eliminare tutte le differenze culturali per generare dei sudditi senza credenze e senza valori. Questa opera di distruzione si rivolge in particolare contro la tradizione greco-romana ed ebraico-cristiana.
In questo l'ideologia negazionista burocratica ha la stessa funzione disgregante del movimento americano cancel. Lì è espressione di centinaia di gruppi etnici discordi che vogliono distruggere l'Unione, da noi è opera di una élite di intellettuali illuministi che vuole distruggere l'identità europea.
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