Tecnologie israeliane, intercettazioni, servizi segreti e satelliti speciali. Con tutti i mezzi a loro disposizione le Procure di Catania e Trapani (ma non solo) stanno cercando di registrare i movimenti delle Ong che operano nel Mediterraneo.
Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, le attività di intelligence e di polizia giudiziaria procedono a pari passo. L'una sostiene l'altra, nonostante i dati poi non è detto che possano essere utilizzati in un procedimento. A permettere le indagini sarebbe un satellite del ministero della Difesa che i poliziotti dello Sco (servizio operativo centrale) e la Guardia di Finanza stanno utilizzando per analizzare i movimenti dei migranti sulla costa libica e quelli delle navi umanitarie.
Cosa ne emergerebbe? Quello che in tanti sospettavano: "Filmati e intercettazioni dei telefoni satellitari - scrive il Fatto - hanno convinto gli inquirenti che tra Ong e scafisti si siano realizzati nel tempo contatti". Dei "contatti" dimostrati dal fatto che "agli assembramenti dei migranti sulla costa, pronti a imbarcarsi, corrispondevano precisi movimenti delle navi di alcune Ong. Un movimento sincronico che consentiva ai volontari di essere nel posto giusto al momento giusto".
Gli investigatori, inoltre, si sarebbero serviti anche di una sofisticata tecnologia israeliana che permette di tracciare il movimento delle navi anche quando spengono il trasponder. Non dovrebbe essere necessario, visto che le Ong che hanni formato il codice di condotta sarebbero costrette a tenerlo acceso. Ma nel Mare Nostrum tutto è possibile. E le procure indagano.
Non è un caso dunque se dopo il seuqestro
della nave Iuventa disposto dalla procura di Trapani e quella dei giorni scorsi ai danni della Open Arms da parte dei pm di Catania, ora sulle Ong continua la pressione degli investigatori. Qualcosa, è evidente, non torna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.