Nelle infusioni del metodo Stamina ideato da Davide Vannoni "non ci sono cellule staminali" e tra i rischi vi è quello di contrarre il morbo della mucca pazza. È questo il rapporto choc contenuto nei verbali dei carabinieri dei Nas e nel parere del comitato di esperti nominato dal ministero della Salute, secondo quanto pubblicato oggi su La Stampa. Nel metodo "la popolazione cellulare che si ottiene non è purificata, non è omogenea, non è una popolazione di cellule staminali". Inoltre, sempre per il comitato, non c’è nulla che dimostri la trasformazione delle cellule del midollo osseo in cellule neuronali con finalità terapeutiche.
I documenti, scrive La Stampa, "da un lato confermano quanto già trapelato, come il rischio di trasmissione di malattie infettive per assenza di controlli delle cellule del donatore, ma dall’altro rivelano altri rischi per i pazienti, come quello della Bse". Nell’articolo si fa riferimento al verbale del 2012 successivo alla chiusura dei laboratori degli Spedali civili di Brescia dove si coltivavano le cellule Stamina, a seguito della visita ispettiva dell’Agenzia italiana del farmaco. Emerge inoltre che sarebbe utilizzato nell’ambito del protocollo Stamina anche siero bovino per la coltura delle cellule: ciò non è vietato purché il siero provenga da animali di Paesi privi di Bse ma, afferma il comitato scientifico di esperti, ma "nessuna di queste informazioni è presente nei documenti pervenuti" da parte di Stamina Foundation.
Il quotidiano torinese riporta poi la storia dei genitori di una bimba di 11 anni, in carrozzina per una "paralisi cerebrale infantile", che hanno sporto denuncia al procuratore Raffaele Guariniello in quanto sarebbero stati truffati di 40mila euro dal professor Vannoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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