Il razzo cinese, che fino a ieri si temeva potesse schiantarsi sull’Italia, e più precisamente sul Centro-Sud del nostro Paese, è fortunatamente caduto altrove, nell’Oceano Indiano.
Il razzo visibile a Roma
Il secondo stadio del razzo “Lunga Marcia 5B” è rientrato nell'atmosfera in una zona poco lontana dalle isole Maldive. Gran parte del segmento si era però già disintegrato all’alba di oggi, domenica 9 maggio, prendendo fuoco a contatto con l’atmosfera terrestre. Fino a sabato alcune Regioni italiane del Centro-Sud erano state allertate dalla Protezione civile e in effetti, alle 4.45 di questa mattina il razzo era ben visibile su Roma a occhio nudo. Nella tarda serata di ieri ancora non si era ben capito dove sarebbe rientrato, si era pensato al Nord Atlantico.
Come invece hanno riferito i media cinesi, il razzo si è quasi totalmente disintegrato sopra l’Oceano Indiano. Solo alcune parti sono atterrate in una posizione tra 72,47°Est e 2,65 °Nord, a Ovest delle isole Maldive. A monitorare la caduta incontrollata del razzo c’erano sia i siti statunitensi che europei. In un primo momento si temeva che i detriti potessero cadere in aree abitate, ma gli esperti avevano previsto che vi era una minima possibilità che qualcuno potesse davvero venire colpito da un pezzo di spazzatura spaziale, soprattutto perché gran parte della superficie terrestre è coperta dall'oceano e grandissime aree terrestri sono disabitate.
Pericolo rientrato
Il mese scorso era stato usato il segmento principale del veicolo Long March-5b per lanciare il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese. Il razzo, con le sue 18 tonnellate, è considerato uno dei più grandi degli ultimi decenni e la sua caduta incontrollata ha fatto temere. Alle 4.30 della scorsa notte, in una nota pubblicata dal Dipartimento della Protezione civile, si leggeva: "Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al tavolo tecnico che ha seguito il rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore spaziale cinese "Lunga marcia 5B" è possibile escludere la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale sul nostro territorio. Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, in accordo con ASI e con gli altri partecipanti al tavolo, ha pertanto dichiarato concluse le attività operative, chiudendo il Comitato Operativo che era attivo in stretta reperibilità e ringraziando tutte le componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile, i partecipanti al tavolo tecnico e le regioni direttamente interessate per l'impegno e l'attenzione profusi in questi giorni".
Il Dipartimento della Protezione Civile, come aveva comunicato, ha poi continuato a monitorare il rientro del razzo sulla Terra fino alla fine, attraverso la Sala Situazione Italia, in stretto raccordo con l'Agenzia Spaziale Italiana. Pericolo scampato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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