Realiti, insulti choc in diretta contro Falcone e Borsellino: la Rai apre inchiesta

Durante la puntata del programma di Rai Due condotto da Enrico Lucci, un ospite ha pronunciato frasi offensive contro i magistrati uccisi dalla Mafia

Realiti, insulti choc in diretta contro Falcone e Borsellino: la Rai apre inchiesta

"La Rai ritiene indegne le parole su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pronunciate da due ospiti della puntata di Realiti, andata in onda su Rai2, in diretta". È quanto si legge in una nota ufficiale dell'emittente pubblico radiotelevisivo, che annuncia anche di aver "avviato un'istruttoria per ricostruire tutti i passaggi della vicenda".

Spieghiamo. Durante una puntata della nuova trasmissione di Enrico Lucci - in onda in prima serata, di mercoledì, sulla seconda rete – un ospite ha osannato il proprio parente mafioso, in carcere al 41bis, e pronunciato frasi ingiuriose e offensive contro i due magistrati uccisi dalla Mafia.

Un cantante catanese, parlando dei due giudici, aveva detto: "Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita, le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l'amaro".

"Direttore di Rete, conduttore, autori sono stati ampiamente sensibilizzati sulla necessità di porre la massima attenzione sulla scelta degli ospiti, delle tematiche e sulla modalità di trattazione di argomenti sensibili; in coerenza con quanto ogni giorno la Rai testimonia attraverso programmi, eventi speciali e fiction dedicati alla sensibilizzazione della collettività contro la criminalità organizzata e a sostegno della memoria dei tanti martiri delle mafie", si legge ancora nel comunicato Rai, che sceglie il pugno duro contro l'increscioso episodio.

La prima puntata del format dell’ex "iena", peraltro, non è partita col botto, anzi: il programma ha raccolto appena 428.000 telespettatori, pari a un risicatissimo 2,45% di share. Realiti, ora, andrà in onda il mercoledì in seconda serata e non più in diretta.

Lucci difende il "suo" Realiti

"Ho il vago dubbio che nessuno abbia visto il programma, che poi era evidente già dai dati d'ascolto. Se andassero a vedere la puntata capirebbero che sono intervenuto con parole chiare e dure, ricordando anche che 'la mafia è merda'", sottolinea Lucci all'AdnKronos, ricordando che lo spazio dedicato all'argomento si è concluso con una standing ovation dello studio che applaude Falcone e Borsellino. Il conduttore ha ripercorso l'intera vicenda: "Nella puntata del 5 giugno ci siamo occupati tra le altre cose del fenomeno dei neomelodici siciliani, ovvero siciliani che cantano in napoletano. Su questo è stato realizzato un servizio. Uno dei due protagonisti del servizio, un ragazzetto 19enne che si chiama Leonardo Zappalà, è poi venuto ospite in trasmissione. A lui mi sono rivolto con tono paternalistico per demolire quelli che lui indicava come idoli, cioè Al Capone e Scarface, e per dirgli quali invece dovrebbero essere i veri idoli. Gli ho detto che doveva studiarsi la storia così tra 20 anni sarebbe stato una persona migliore e doveva conoscere chi erano i grandi siciliani. Gli ho citato Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Peppino Impastato e poi, cogliendo l'occasione del 205° anniversario della fondazione dei Carabinieri, gli ho detto di pensare a tutti i carabinieri morti ammazzati dalla mafia.

E ho concluso dicendo: 'soprattutto pensa ai due nostri grandi fratelli Falcone e Borsellino'. Frase conclusiva accompagnata da una standing ovation dello studio. Quindi non so davvero chi polemizza di cosa ci accusa".

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