La Puglia detiene il triste record italiano di episodi di violenza nei confronti del personale medico: il 26% di tutte le aggressioni verificatesi in Italia dal 1984 al 2016.
Tanti gli episodi violenti che spesso hanno visto medici e infermieri avere la peggio, che l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari ha deciso di lanciare una campagna di comunicazione ad hoc, con dei cartelli, di 6 metri per 3, affissi nei sei capoluoghi della Regione. Lo scopo è di contrastare il clima di insicurezza che da anni il personale medico subisce negli ambulatori, in corsia e al pronto soccorso.
Un messaggio forte, che vuole scuotere le coscenza, veicolato da due immagini altrettanto forti. In un cartellone si vede una dottoressa in camice bianco con degli evidenti lividi sul volto, affiancata dallo slogan "In Puglia è record di aggressioni ai medici. Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso. Difendiamo i medici, difendiamo la nostra salute". Sull'altro, invece, si vede una paziente che si colpisce da sola con un pugno e una scritta che recita: "Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso. Difendiamo chi difende la nostra salute".
Un messaggio che, più che ai violenti, è diretto alle istituzioni, colpevoli, secondo i camici bianchi, di non preoccuparsi a sufficienza della loro incolumità.
"La campagna vuole sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a una situazione drammatica - ha spiegato Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari - Non possiamo permetterci che l’attenzione cali quando si spengono i riflettori dei media, il giorno dopo ogni evento di violenza. È ora di prendere provvedimenti che garantiscano la sicurezza di operatori e cittadini".
Gli episodi di violenza che hanno spinto i medici pugliesi a reagire con questa campagna sono gravi: botte, ma anche l'omicidio di due dottoresse. La psichiatra Paola Labriola, uccisa tre anni e mezzo fa con ventotto coltellate da un suo paziente, e la dottoressa Maria Monteduro, assessore ai servizi sociali di Gagliano del Capo, massacrata a colpi di pietra nelle campagne leccesi nel 1999. Ma anche i casi meno gravi, come le diverse aggressioni che si sono verificate nelle ultime settimane nel foggiano. L’emergenza, scrive La Stampa, scatta soprattutto di fronte ai casi urgenti, che spesso si fa fatica a trattare tempestivamente nei Pronto Soccorso.
"Quello che dovrebbe essere un luogo per curare i malati gravi si sta trasformando in un ambiente pericoloso - ha denunciato l’Anaao Assomed, l’Associazione dei Medici alle dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale - Nei Pronto Soccorso del Meridione il personale medico e sanitario non è protetto in maniera adeguata, mentre cerca di lavorare a fronte di carenze strutturali che le Regioni continuano a non
colmare. Occorrono interventi urgenti ed incisivi anche da parte dei ministri della Salute e degli Interni per garantire la serenità e la sicurezza dovute a chi tutela diritti fondamentali dei cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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