Sono accusati di concussione aggravata in concorso i due carabinieri in servizio a Vibo Valentia, in Calabria, e ora finiti in manette.
Si tratta dei vicebrigadieri Armando Palummo e Mirco Carafa. I due militari avrebbero costretto un imprenditore nel settore del fitness, proprietario di una palestra, a consegnar loro mille euro per evitare di essere accusato da una persona alla quale lo stesso imprenditore aveva venduto anabolizzanti rivelatisi inefficaci.
L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica. I due militari ora si trovano in carcere. Le indagini, coordinate dal procuratore Ottavio Sferlazza e dal sostituto Enrico Barbieri, hanno consentito di raccogliere a carico dei due militari gravi indizi di colpevolezza. L'attività d'indagine ha permesso ai carabinieri del gruppo di Gioia Tauro di accertare che i due, in concorso tra loro e liberi dal servizio, abusando della qualità di appartenenti all'Arma, hanno costretto la vittima a versare una somma di mille euro, per "comprare" il silenzio di una terza persona, asseritamente pronta a rilasciare dichiarazioni accusatorie sul conto dell'imprenditore, lasciando intendere, in maniera anche esplicita, che il mancato pagamento avrebbe comportato la sua rovina.
Gli arresti di Palummo e di Carafa risalgono al 18 scorso. Il primo è stato arrestato in flagranza di reato, poichè sorpreso mentre usciva dall'esercizio commerciale della vittima con addosso la somma di mille euro, ricevuta poco prima dall'imprenditore.
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