Reggio Calabria, rogo nella tendopoli di San Ferdinando: un morto

Terribile incendio la scorsa notte nella tendopoli di migranti sita nella piana di Gioia Tauro. Le fiamme hanno causato la distruzione di due baracche e la morte di un 18enne richiedente asilo proveniente dal Gambia, ritrovato morto carbonizzato: proseguono le indagini

Reggio Calabria, rogo nella tendopoli di San Ferdinando: un morto

Paura la scorsa notte nella piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria), dove si è sviluppato un terribile rogo che ha interessato la tendopoli di San Ferdinando, in cui alloggiano diverse centinaia di cittadini stranieri.

Non si conoscono ancora le cause effettive che hanno portato allo scaturire dell’incendio. Al momento si ipotizza che questo si sia originato da un fuoco acceso dagli stessi extracomunitari per scaldarsi. In poco tempo, nonostante il fatto che stesse piovendo, le fiamme sono divampate arrivando a distruggere almeno due dei rifugi improvvisati.

Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, che da tempo presidiano la zona, i quali hanno provveduto a sedare l’incendio con l’aiuto degli stessi abitanti della baraccopoli. In breve sono sopraggiunti i carabinieri, una pattuglia di agenti di polizia ed alcuni uomini della guardia di finanza. Sono tuttora in corso le indagini da parte degli inquirenti.

L’unica cosa certa è che la scorsa notte Jaith Suruwa, un 18enne proveniente dal Gambia, ha perso la vita. I soccorritori hanno ritrovato il suo cadavere carbonizzato.

Secondo quanto riferito dalle autorità il ragazzo, ancora in attesa di ricevere il rinnovo del permesso di soggiorno, non viveva all’interno della tendopoli ma si trovava lì soltanto per incontrare alcuni conoscenti. Il caso ha voluto che il 18enne abbia deciso di restare a dormire in una delle baracche che ha preso fuoco.

Stando alle ultime notizie, si sono registrate anche alcune tensioni fra gli stranieri che risiedono nella piana, ma le forze dell’ordine riferiscono che al momento non si è verificato alcun disordine.

Il Comitato provinciale di Reggio Calabria per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, riunitosi a seguito dell’incidente, continua a sostenere l’importanza

di chiudere l’accampamento e di trovare una sistemazione più sicura per gli extracomunitari. Il corpo del 18enne sarà molto probabilmente riportato in patria, come richiesto dai familiari.

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