La mossa della disperazione dei renziani è stato diffondere ieri in internet la notizia che Silvio Berlusconi avrebbe votato oggi «sì» al referendum sulla riforma costituzionale. Una clamorosa bufala figlia della manipolazione di una frase effettivamente pronunciata dal Cavaliere: «Se Renzi non avesse rotto il patto del Nazareno, saremmo tutti a votare sì». E ci credo, una riforma condivisa sarebbe stata cosa ben diversa da quella, truffaldina e pasticciata, che oggi il governo ci sottopone. Tutto sarebbe diverso, pure il clima politico e probabilmente lo stato del Paese che il premier non eletto ha voluto spaccare in due con l'accetta a scapito, tra l'altro, dell'occupazione, e della crescita.
Oggi abbiamo l'occasione, votando «No», di provare a ricomporre i cocci e ripartire come Dio comanda con una vera stagione costituente. La vittoria del «Sì» consegnerebbe l'Italia definitivamente a una classe dirigente non eletta, al sistema finanziario che l'ha appoggiata e sostenuta anche in questa campagna elettorale, a parlamentari che hanno tradito il mandato ricevuto dagli elettori del centrodestra e che si sono venduti alla sinistra. Una vittoria del «No» porterebbe viceversa la sinistra a deflagrare definitivamente, toglierebbe frecce all'arco di Grillo perché una nuova legge elettorale sarebbe per lui inevitabilmente meno premiante dell'attuale. E soprattutto riporterebbe il centrodestra al centro della stanza dove saranno scritte le nuove regole.
Quella di oggi è una occasione unica, forse l'ultima chiamata utile dopo un lungo periodo di democrazia sospesa. Ci siamo lamentati in questi ultimi anni di non aver potuto decidere attraverso il voto il nostro destino. Ecco, oggi abbiamo la possibilità di rifarci del maltolto, bocciando una riforma dannosa e soprattutto chi, come Napolitano, ha organizzato l'agguato di cui siamo stati vittime.
Il segretario del Pd Matteo Renzi nelle ultime ore non l'ha neppure nascosto: vuole proprio noi, il nostro voto, per fare vincere il suo partito, cioè la sinistra.
Mi dicono sia letteralmente infuriato con Berlusconi che non ha ceduto né alle lusinghe né alle minacce ed è sceso pesantemente in campo per il «No». Io non mi iscrivo al club degli Alfano, dei Verdini e dei Bondi. Stiamo dalla nostra parte, che si vinca o che si perda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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