Rezzato, raid razzista nel bar di una ragazza di origini marocchine

Vetrine spaccate e insulti scritti sul pavimento del locale. La titolare è spaventata e non sa se riaprirà il bar

Rezzato, raid razzista nel bar di una ragazza di origini marocchine

Un bar di Rezzato, comune in provincia di Brescia, è stato vandalizzato la scorsa notte da alcuni sconosciuti che hanno spaccato le vetrine e imbrattato con della vernice nera i muri e il pavimento del locale. Insulti razzisti, una svastica disegnata al contrario, accanto a una croce celtica. Il bar è gestito da una ragazza di origini marocchine, nata in Italia 36 anni fa. Proprio nel giorno della Memoria, dedicato alle vittime dell’Olocausto, ancora una volta simboli e frasi razziste.

Il bar in questione, sito a Rezzato, è gestito da Madiha Khtibari una ragazza 36enne nata e cresciuta in Italia, ma di origini marocchine. Sul pavimento del locale anche la scritta “negra” indirizzata proprio alla giovane proprietaria. Madiha adesso ha paura, è spaventata e non sa se avrà il coraggio di riaprire il locale. Teme altre ripercussioni. La giovane ha raccontato: “Spesso ricevevo apprezzamenti insistenti dai clienti e anche minacce verbali. Per questo preferivo sempre farmi accompagnare all’apertura e alla chiusura del bar”.

Preso di mira il bar a Rezzato

L’allarme è scattato verso le 2 di notte e, quando la 36enne è arrivata sul posto si è trovata davanti la terribile scena: il suo bar danneggiato, devastato e imbrattato. Le indagini sono in corso per cercare di individuare i responsabili, visionando i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza presenti nella zona dove è avvenuto il raid. Le foto sono finite su Facebook, scattate da cittadini che hanno voluto denunciare quanto avvenuto in paese, mostrandosi solidali nei confronti di Madiha. Tanti anche i commenti e le condivisioni, oltre 1.700.

Il commento di Matteo Mauri

L’episodio è stato commentato anche dal mondo politico. Il vice ministro dell’Interno Matteo Mauri, ha detto: “Ignobile e intollerabile: non si può definire in altro modo il vergognoso atto criminale di stampo razzista. Adesso basta. Contro questi episodi si interverrà con la massima severità. Alla titolare dell'esercizio commerciale invio la mia piena vicinanza e solidarietà. Fa molto riflettere che un atto del genere avvenga proprio il Giorno della Memoria".

Il raid di questa notte è arrivato a pochi giorni dalla scritta choc di Mondovì, dove alcuni sconosciuti hanno imbrattato la porta della casa appartenuta a Lidia Rolfi, staffetta partigiana deportata nel 1944 nel campo di concentramento tedesco di Ravensbruck, con la scritta “Qui ci sono ebrei”, e al blitz alla cattedrale di Andria, dov'era comparsa una svastica.

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