Per l'autopsia sul cadavere di Sana Cheema, riesumato oggi in Pakistan nel distretto di Gujrat, ci potrebbero volere anche tre mesi di tempo.
La giovane italo-pachistana, che potrebbe essere stata uccisa dai familiari perché voleva vivere all'occidentale e sposare un italiano. Al momento suo padre Mustafa Ghulam, il fratello Adnan e lo zio Iqbal Mazhar si trovano agli arresti e vi resteranno finché non saranno note le cause della morte di Sana. I loro avvocati sostengono la tesi della "morte accidentale" ed oggi, fa sapere la tv Geo, hanno consegnato al magistrato responsabile dell’istruttoria del presunto omicidio alcuni documenti, di cui deve essere verificata l’autenticità. Da questi ultimi sembrerebbe che l’11 aprile la giovane sarebbe stata visitata dai medici in ospedale per sintomi di alta pressione e dolori addominali. L’emittente pachistana ha riportato il racconto di un addetto del cimitero, secondo cui i parenti di Sana avevano così tanta fretta di seppellire il cadavere che si erano portati appresso due operai.
Tra gli indagati per la sua scomparsa c’è anche il medico che nei giorni scorsi ha firmato il certificato del decesso e sarebbe stato proprio lui ad accusare i parenti di Sana. Stando a una fonte di polizia, dopo la riesumazione del corpo, un team di anatomopatologi ha prelevato alcuni organi per una autopsia che dovrebbe scoprire le cause della morte.
A tal proposito il dottor Komal Ishaq, che ha coordinato il prelievo, ha dichiarato che: "al momento non si può dire nulla riguardo alla morte della ragazza. Si dovrà attendere il risultato della autopsia che può durare fra i 15 giorni e i tre mesi".
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