Oltre 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Troppi per il sistema impiantistico italiano che nel giro di meno di 2 anni rischia di collassare.
I dati provengono dal rapporto 2019 Fise Assoambiente, associazione di categoria che riunisce le imprese che operano nel settore dei servizi ambientali. Il report "Per una strategia nazionale dei rifiuti" evidenzia due aspetti: in primo luogo i positivi risultati raggiunti relativamente al "tasso di circolarità", cioè la percentuale dei materiali recuperati e reimmessi nel circuito produttivo; in secondo luogo la principale criticità del sistema italiano della 'gestione dei rifiuti', cioè la mancanza di discariche e termovalorizzatori che rischia di rendere vano il processo della raccolta e di smaltimento.
Eppure l'Italia, con il 17,1% di materie raccolte e riutilizzate nel 2016 ha superato la Germania di quasi 6 punti percentuali, avvicinandosi a Francia (19,2% di riciclo), e Regno Unito (17,1%).
Questi risultati positivi si scontrano con la reale capacità di ricezione del sistema impiantistico in cui le discariche, comunque, dovrebbero avere oramai un ruolo marginale di "supporto e completamento" a sostegno dei processi di economia circolare.Secondo i rapporto di Assoambiente, è necessario, dunque, predisporre delle alternative impiantistiche nella gestione dei rifiuti con un piano di investimenti stimato in circa 10 miliardi.
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