"Ho dei figli minori da tutelare, tre figli piccoli che vedono la foto della madre sui giornali. Vi denuncio. E' corretto lo schifo che state facendo? I ricordi di mio padre li tengo per me, non ho bisogno di pubblicarli. Vi chiedo rispetto per il dolore di una famiglia". Con questa parole Maria Concetta Riina si è sfogata, rifiutandosi di rispondere alle domande dei giornalisti che la circondavano davanti al reparto di Medicina legale dell'ospedale di Parma, dove stamani è stata effettuata l'autopsia sul corpo di suo padre Totò Riina, boss di Cosa Nostra, morto ieri a 87 anni.
Anche la moglie di Riina, Antonietta Bagarella e il figlio Salvo hanno raggiunto la sezione di medicina legale dell’ospedale. "Fateci camminare, non vi voglio neanche vedere", ha detto la vedova ai cronisti. Con loro l'avvocato Luca Cianferoni.
A eseguire l'esame sul corpo di Riina il medico legale nominato dalla Procura di Parma, affiancato da un consulente tecnico incaricato dalla famiglia del boss."Riina non si è mai pentito", ha detto un cronista rivolgendosi all’avvocato. "Ma come si permette - ha replicato il legale - qui c’è un cadavere, ve ne dovete andare. Questa non è stampa. Questo è scandalismo".
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